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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Referendum, Zaia vuole tenersi le tasse ma il governo lo gela: "Non trattiamo"

"Le materie fiscali non sono e non possono essere oggetto di trattativa". Il botta e risposta tra il governatore e il ministro Martina dopo la vittoria dell'autonomia per Veneto e Lombardia

Già alle 19 il quorum era stato superato, anche se solo di un punto decimale. Tanto è bastato per far esplodere i social network e quel variegato popolo del "Sì" al referendum per l'autonomia del Veneto che già di prima mattina aveva raggiunto il seggio per far sentire la propria voce. E' la vittoria del presidente del Veneto, Luca Zaia? E' la vittoria di un popolo che chiede semplicemente maggiori responsabilità e deleghe? E' la vittoria dei partiti o dei cittadini? Risposte a cui si potrà rispondere solo nelle prossime settimane, quando dall'urna si passerà alla piattaforma autonomista vera e propria.

Il primo risultato, scrive VeneziaToday, è stato raggiunto per i promotori della consultazione: l'iniziativa referendaria è valida e segna un punto fisso. Incancellabile. L'affluenza (a dati parziali) si attesta al 57,2%: "Ed è per questo motivo che la delegazione che si siederà al tavolo con Roma non sarà politica, ma bensì di popolo", ha spiegato il presidente della Regione, Luca Zaia.

Referendum Lombardia e Veneto: cosa cambia ora?

A Palazzo Balbi, sede della giunta regionale, erano decine le testate accreditate. A testimonianza dell'importanza della consultazione. Anche se per i dati definitivi si è dovuto aspettare per un attacco hacker denunciato dallo stesso Zaia: "Nel pomeriggio avevano bloccato i computer della giunta - ha spiegato - in serata l'attacco si è fatto più pesante. Ma abbiamo pronto il piano B e il piano C, abbiamo le schede". Oramai però il dado era già tratto, con un'affluenza che comunque ha raggiunto quasi il 60%: "I veneti quando vengono chiamati in causa rispondono - ha dichiarato il presidente della Regione - E' stata una partita non facile, abbiamo discusso per settimane, anzi mesi. Non esiste il 'partito dell'autonomia', esistono i veneti. E' stata una grande sfida. Noi siamo qui a commentare i risultati di questo referendum in virtù della sentenza della corte costituzionale del 2015. Non è una sceneggiata. E' il big bang delle riforme istituzionali, è una chiamata di popolo. Vince la voglia di essere padroni a casa nostra".

Referendum Lombardia e Veneto 22 ottobre (Ansa)

Il presidente Zaia ora guarda oltre. Alle trattative col governo e a ciò che potrà accadere nelle altre regioni: "Sono convinto che questa stagione delle riforme diventerà endemica - ha continuato - non si fermerà qui la partita. Chiederemo il federalismo fiscale, domani presenteremo già un progetto di legge molto articolato. Sarà la nostra base negoziale con il governo. Sono 23 le materie che chiediamo, delle quali 3 esclusive dello Stato, ossia Giustizia, Istruzione e Sicurezza. Chiediamo tutto. Chiediamo l'applicazione dei nove decimi delle tasse, come Trento e Bolzano, non solo una partita di giro delle competenze".

E proprio sulle tasse arriva la risposta del governo: "Sulla fiscalità non si tratta". Il dato del Veneto, dove l’affluenza ha rasentato il 60%, “è un mandato degli elettori di cui ho grande rispetto” per aprire una trattativa sull’autonomia ma “per quanto riguarda la Lombardia parleremo di una sconfitta, nello specifico di una sconfitta di Maroni”. E’ quanto ha affermato in una intervista a Repubblica il ministro dell’Agricoltura e vice segretario del Pd Maurizio Martina osservando che “le materie fiscali non sono e non possono essere oggetto di trattativa né con il Veneto né con la Lombardia e neanche con l’Emilia Romagna che ha avviato un’interlocuzione con il governo senza passare dal referendum”. Insomma “Zaia e Maroni potranno avviare lo stesso percorso di confronto del presidente Bonaccini” nell’ambito di “una idea federalista equilibrata, cooperativa”. “Partirà una discussione e in caso di accordo questo verrà votato dal Parlamento con una legge”, conclude Martina.

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