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Giovedì, 28 Marzo 2024
La lettera della salvezza / Afghanistan

Afghanistan, le attiviste di Pangea salve grazie ad una 'P' sulla mano

Le attiviste afghane della onlus sono finalmente in salvo: alcune di loro sono già state imbarcate su un volo per Roma. Fondamentale per l'esito dell'operazione l'escamotage della lettera

Sono salve le attiviste di Pangea: alcune di loro sono già state imbarcate su un volo in uscita dall'Afghanistan. A dare l'annuncio sui social è stata la stessa onlus, che nei giorni scorsi aveva raccontato il calvario delle colleghe di Kabul e delle loro famiglie (circa 270 persone):  Da venerdì Pangea lavoro senza sosta per aiutare le colleghe di Kabul e le loro famiglie a raggiungere l'aeroporto. Le donne dello staff di Pangea e le loro famiglie sono rimaste intrappolate nella folla per ore, senza acqua, anche con bambini piccolissimi tra le braccia'', riferiva poi la onlus, che poco dopo ha pubblicato la foto di un livido su una gamba, corredata dalla spiegazione: ''Alcune donne di Pangea sono state picchiate dai talebani. Vedere le foto con i loro lividi è stato straziante. I bambini hanno assistito a scene di violenza inaudita e sono molto spaventati''. 

Poco più tardi l'annuncio: ''Le attiviste di Pangea sono state forti e hanno resistito. Hanno combattuto come leonesse per entrare in quell'aeroporto. Da stamattina all'alba le donne di Pangea e le loro famiglie sono tutte all'interno dell'aeroporto di Kabul. Alcune sono già state imbarcate. Le abbiamo salvate insieme''. E infine i video dell'imbarco all'interno dell'aeroplano che porterà le attiviste in salvo.

A salvare le attiviste sarebbe stata una lettera 'P' scritta sul palmo della mano, disegnata per farsi riconoscere dai carabinieri del Tuscania che le hanno accompagnate al gate dell'aeroporto di Kabul da dove sono partite per Roma, lasciandosi indietro la paura dei talebani 

Il presidente dell'organizzazione milanese, Luca Lo Presti, ha raccontato all'Agi alcuni dettagli dell'operazione di salvataggio: ,"L'idea di far disegnare una 'P' sul palmo è venuta a me perché l'aeroporto è diventato un tritacarne, bisognava far in modo che i 'nostri' venissero riconosciuti dai carabinieri guidati dal capitano Alberto Del Basso, che è andato ben oltre il suo dovere, mostrando un grandissimo cuore''.

''Si è deciso di portare in Italia anche i cari delle attiviste perché"nei giorni scorsi, dopo che abbiamo messo in luoghi protetti le ragazze, i talebani se la sono presa coi loro parenti, portando via fratelli e bambini, oltre a bruciare le case - ha spiegato Lo Presti - Un gruppo di 25 donne coi bambini è rimasto chiuso fuori dal gate dalle 3 del mattino fino alle 6 del giorno dopo. Senza cibo né acqua, senza potersi mai sedere, pigiate nella folla, preoccupate per le voci secondo le quali il gate non avrebbe più riaperto. Ci sono stati attimi di grande panico". 

Fonte: Agi →
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