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Giovedì, 25 Aprile 2024

Al Qaeda non è stata sconfitta: "E' più forte che mai grazie alla sua flessibilità"

Un lungo articolo di Federica Bianchi sull'Espresso spiega come la rete costruita da Osama bin Laden, nonostante la morte del suo leader, sia più forte che mai

Al Qaeda è stata definitivamente sconfitta? Neanche per sogno.

Il fatto che la rete terroristica che fu di Osama Bin Laden non compaia più con la frequenza di un tempo sulle prime pagine di giornali e siti di news, non significa che non sia ancora attiva e tremendamente pericolosa.

Un lungo articolo di Federica Bianchi sull'Espresso spiega come la rete costruita da Osama bin Laden, nonostante la morte del suo leader, sia più forte che mai. E' una rete sempre più ampia. Più forte. E più flessibile.

La scorsa estate Barack Obama annunciava durante un discorso all’Università per la difesa nazionale: "il cuore nevralgico di al Qaeda sta per essere sconfitto".

Purtroppo le cose vanno diversamente: la sempre maggiore presenza di qaedisti tra le file dei ribelli siriani e l’attacco al grande magazzino West Gate di Nairobi, che il 30 settembre scorso ha lasciato sul terreno 67 morti e 200 feriti, hanno recentemente ricordato a Washington che è stato un errore sottovalutare l’efficacia della rete creata da al Qaeda in Africa e in Medio Oriente tramite alleanze e moderne forme di franchising.

Scrive L'Espresso

Dalla Somalia alla Siria, gli eredi di bin Laden e i loro alleati controllano la porzione di territorio più vasta dalla nascita dell’organizzazione terroristica 25 anni fa. Ayman al Zawahiri, lo sceicco egiziano succeduto a Osama, non ha il carisma del fondatore e pur di espandere l’organizzazione è incline ad allentare le maglie della selezione dei nuovi membri. Così sono in molti ad avergli giurato fedeltà. Tra i primi è stato proprio quell’Ahmed Godane a capo degli al Shabaab che terrorizzano la Somalia e che hanno condotto l’ultimo attacco terroristico in Kenya. Bin Laden non ne voleva sapere di loro: un po’ per razzismo, un po’ perché li giudicava violenti senza motivo e a rischio di alienare, con i loro comportamenti, le simpatie della popolazione locale alla rivoluzione qaedista. Al Zawahiri ne ha cambiato le sorti, ufficializzandone l’affiliazione.

Al Qaeda molto probabilmente non è in grado di condurre attacchi spettacolari in terra straniera come quello delle Torri gemelle a New York, ma è molto attiva per conseguire il sogno folle della costituzione del Grande Califfato islamico in Medio Oriente fondato sulla legge islamica.

Un aiuto inaspettato nel perseguimento del loro grande disegno è arrivato dalle rivoluzioni della Primavera araba. Inizialmente salutate come l’opportunità per trovare un’alternativa ai regimi dittatoriali del Maghreb e la prova che l’Islam politico sarebbe potuto esistere all’interno di un quadro democratico, si sono rivelate invece la dimostrazione che l’Islam politico non ha un futuro costituzionale e non sarà mai accettato dagli eserciti e dall’Occidente. L’unico modo di instaurare uno Stato islamico resta la lotta armata.

Fonte: L'Espresso →
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