"Così si vive ad Aleppo, la città ormai è sepolta dalle bombe"
L'inviato del quotidiano La Stampa Giordano Stabile è ad Aleppo. Dopo due mesi di battaglia un milione e mezzo di civili resiste tra le distese di macerie
La diplomazia è al lavoro, ma il tempo sembra ormai essere scaduto. Aleppo è una città assediata, è sepolta dalle bombe e non si intravedono via d'uscita.
Il bombardamento di un convoglio umanitario delle Nazioni Unite, la denuncia unilaterale da parte del regime di Damasco della tregua e la barbara offensiva militare in corso sulla parte orientale della città nel nord della Siria "sembrano aver soffocato ogni speranza" di una soluzione della crisi E' quanto afferma il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni in un intervento pubblicato oggi sull'Unità, invitando però a non rassegnarsi all'idea di proseguire una guerra che ha già fatto centinaia di migliaia di morti. Le riunioni sulla Siria della settimana scorsa a New York "hanno registrato questo senso di impotenza". "Ma non possiamo arrenderci alla guerra. Aleppo ci interpella tutti".
Secondo l'Osservatorio siriano sui diritti umani, il bilancio da giovedì sera è salito ad almeno 130 morti, per la maggior parte civili. "Decine di raid" sono stati compiuti dall'aviazione russa e del regime di Damasco a partire dalla mezzanotte scorsa sulla città controllata dai ribelli, ha spiegato l'ong. I raid si sono intensificati all'alba, provocando importanti incendi.
L'inviato del quotidiano La Stampa Giordano Stabile è ad Aleppo. Dopo due mesi di battaglia un milione e mezzo di civili resiste tra le distese di macerie.
"A luglio i ribelli erano riusciti a sfondare, ad aprire una breccia nell’anello di ferro e fuoco che circonda i quartieri orientali della città. Poi, con l’aiuto di raid furiosi, l’esercito ha ripreso il controllo e richiuso la morsa".
