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Venerdì, 19 Aprile 2024

Naufragio di migranti, due scafisti assolti: "Erano stati minacciati di morte"

Il giudice assolve due scafisti che erano stati costretti a pilotare un gommone con un centinaio di persone a bordo dalla Libia alla Sicilia: il caso fa discutere, scrive la Stampa

"Scafisti per caso", scrive la Stampa. "Erano minacciati di morte", e per questo motivo un giudice di Palermo assolve due scafisti che erano stati costretti a pilotare un gommone con un centinaio di persone a bordo dalla Libia alla Sicilia. La traversata si concluse con un drammatico naufragio, nel quale morirono 12 migranti. 

Il pm aveva chiesto l'ergastolo per omicidio plurimo, invece sono stati assolti dal gup Gigi Omar Modica col rito abbreviato: in questo caso infatti è stata applicata la discriminante dello «stato di necessità», perché i due fecero da scafisti ma non decisero «autonomamente e liberamente di avventurarsi per il Mediterraneo alla guida di un mezzo di fortuna, carico all’inverosimile di persone».

La traversata era stata organizzata sulle coste libiche da «soggetti armati», che minacciarono i due, ieri assolti perché il fatto non costituisce reato. Assoluzione piena quindi per Jammeh Sulieman, di 21 anni, originario del Senegal, e Dampha Bakary, di 24, gambiano, che sono stati anche rimessi in libertà. La Stampa continua:

Sin dall’inizio gli avvocati Pecoraro e Bonafede avevano sostenuto che i libici, armati di kalashnikov e attrezzati per queste operazioni, per evitare l’arresto di loro uomini, ricorressero a minacce e pesanti intimidazioni nei confronti di alcuni passeggeri, scelti a caso, costringendoli a pilotare da sé le imbarcazioni di fortuna. Il giudice concorda con i difensori: i due scafisti per forza «non avevano altra scelta se non quella di commettere i reati» a loro attribuiti, «per salvare la loro vita da una situazione superiore alla loro volontà». 

Fonte: La Stampa →
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