Massacri e attentati: 19enne ha incassato 250mila dollari per migliaia di false minacce
Aveva messo all'asta i suoi servigi: il tariffario prevedeva 40 dollari per minacciare un massacro al telefono di una casa privata, 80 per minacce ad una scuola e 500 per un aereo. In tutto aveva incassato di circa 240mila dollari in bitcoin. La difesa: "Soffre di autismo"
Un 19enne è stato riconosciuto oggi colpevole dal tribunale israeliano di Tel Aviv di migliaia di minacce di attentati via mail o telefono, contro centri ebraici, scuole o voli aerei. Arrestato l'anno scorso in Israele, il ragazzo, di cui non è stato reso noto il nome, è stato processato per i reati commessi dopo il compimento dei 18 anni, avvenuto nell'agosto 2016.
In totale, da quando aveva cominciato la sua attività criminosa nel 2015, il giovane ha totalizzato circa 2mila minacce, servendosi di tecnologie per mascherare la sua identità. Il ragazzo, con la doppia nazionalità americana e israeliana, ha inviato minacce negli Stati Uniti, Canada, Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia e Israele, facendo evacuare luoghi pubblici e obbligando aerei ad atterraggi di emergenza.
L'ondata antisemita negli Usa? Era tutto falso
Il giovane aveva anche messo all'asta i suoi servigi su AlphaBay: il tariffario prevedeva 40 dollari per minacciare un massacro al telefono di una casa privata, 80 per minacce ad una scuola e 500 per un aereo. In tutto aveva incassato l'equivalente di circa 240mila dollari in bitcoin. E con la sua serie di telefonate a scuole e centri ebraici negli Stati Uniti aveva creato un'ondata di panico su una possibile impennata di antisemitismo nei primi mesi della presidenza di Donald Trump.
L'avvocato difensore ha sottolineato il disagio mentale del ragazzo, che soffre di una forma di autismo. Il tribunale lo ha tuttavia ritenuto responsabile dei suoi atti, sottolineando che il suo obiettivo "era causare panico, provocare l'invio di forze di sicurezza e l'evacuazione di luoghi pubblici e ottenere una eco sui media". Anche gli Stati Uniti vogliono processare il 19enne, ma Israele ha respinto le richieste di estradizione preferendo processarlo in patria. Ora bisogna attendere la decisione dei giudici sulla pena che gli verrà comminata.