Tiberio Bentivoglio nel mirino, a fuoco il negozio dell'imprenditore antimafia

A Reggio Calabria nella notte è stato distrutto il negozio di articoli per la prima infanzia dell'imprenditore antiracket Bentivoglio. Tiberio Bentivoglio da decenni è obiettivo di attacchi e minacce: una vita sotto scorta, ma non rinuncia a battersi pubblicamente contro i clan.

L'allarme è scattato attorno alle 23.30, ma nonostante l'immediato intervento dei vigili del fuoco, il deposito è stato letteralmente devastato. Repubblica, in un articolo di Alessia Candito, scrive che gli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, al comando di Francesco Rattà, sono già al lavoro. 

Qualche telecamera di sorveglianza potrebbe ricondurre agli autori del gesto. Bentivoglio è stato il primo a dire pubblicamente di no al pizzo, e la criminalità organizzata non glielo ha perdonato. 

Nel febbraio 2011 è scampato a un tentato omicidio: sei colpi di pistola, a salvarlo fu il marsupio che indossava che deviò i proiettili.

Quell'attentato però non lo ha fermato l'imprenditore. Ha continuato a lottare tanto contro il racket a denunciare silenzi e connivenze, come  e a testimoniare - dentro e fuori dalle aule di giustizia - contro i clan. Insieme a Libera, dal 2005 l'imprenditore è diventato uno degli "ambasciatori" della lotta antiracket,  che ha raccontato nelle piazze e nelle scuole, con la speranza di costruire una "rete di dignità" necessaria per arginare i clan.

Tenere aperta la propria attività è stato difficilissimo, i risarcimenti previsti dallo Stato non basteranno mai per ripagare davvero danni, furti e incendi subiti. Ma ancora più male fa lo "strisciante ostracismo che ha progressivamente fatto sparire gran parte della sua clientela" scrive Repubblica.