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Giovedì, 25 Aprile 2024

Con l'auto galleggiante sul Tevere, fermato dalla Polizia: "Voglio arrivare a Venezia"

Curioso episodio ieri nella Capitale: lo racconta RomaToday

Bloccato dalle forze dell'ordine mentre navigava sul Tevere a bordo di un natante ricavato dalla scocca di un'autovettura. E' successo a un uomo fermato tra Ponte Vittorio e Ponte Milvio: il natante è stato messo in sicurezza dai Vigili del Fuoco all`altezza del Lungotevere della Vittoria. Il "pilota", accompagnato dagli agenti della Polizia di Stato presso il commissariato Borgo per gli accertamenti, ha riferito di essere partito da La Spezia e di voler raggiungere Venezia con l`insolito mezzo. E' stato diffidato ad ormeggiare in banchina il mezzo e invitato a presentarsi presso gli uffici della Polizia Fluviale. A suo carico sono risultate analoghe diffide da parte di diverse capitanerie di Porto.

Capitano della Maserati d'acqua è un 39enne di Sarzama Marco Amoretti, che ha rivendicato la sua impresa proprio durante la traversata del Tevere. L'uomo ha infatti annunciato di voler scendere lungo il Mar Tirreno da La Spezia per poi risalire l'Adriatico con l'intento di arrivare a Venezia.  Un insolito diportista che durante il passaggio di domenica sulle acque del fiume dell'Urbe ha affermato: "Mi sa che ho sbagliato i tempi di navigazione e sono partito un pò troppo tardi - affermava sorridendo Marco mentre si appresta a risalire il Tevere nel tentativo di approdare a Roma -. Arriverò a Festival concluso, però c'è sempre la Biennale, e lì magari trovo uno spazio per esporre l'idea del mio film". 

Sì, perché la spedizione in "automare" ha un obiettivo preciso: trovare i fondi, e possibilmente un produttore, per realizzare un documentario su un'altra impresa epica portata a termine del 1999 da Marco, insieme a due fratelli e a un amico: la prima traversata in automobile dell'Atlantico, come racconta RomaToday.

Un progetto ideato dal sognatore e avventuriero padre di Marco, costretto però ad abbandonare la sfida a causa del sopraggiungere di un mare incurabile: fu così che i quattro giovanissimi decisero di portare a termine quel sogno, a bordo di due Ford riempite di polistirolo, viveri, strumentazioni varie e trainate da un paracadute ascensionali. Da La Palma a la Martinica, 119 giorni in balia delle onde per dimostrare al padre, morto proprio in quei quattro mesi, che la sua utopia era realizzabile. "Ho tantissimo materiale video, e mi piacerebbe intitolare il film "Inseguendo un sogno nell'oceano". Tutte le informazioni e un po' di immagini dell'epoca si possono trovare sul sito www.artemobile.org: spero davvero che il mio giro d'Italia possa accendere l'interesse di qualcuno".

Fonte: RomaToday →
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