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Giovedì, 25 Aprile 2024
Elezioni Italia

Berlusconi in 'casa' di Santoro. Un duello atteso 11 anni

L'ex premier unico ospite di 'Servizio Pubblico' in un incontro televisivo storico dal titolo emblematico: "Mi consenta"

Berlusconi nel ‘salotto’ di Santoro. Dentro a questa strana legislatura, avviatasi al tramonto, gli italiani hanno assistito anche a questo duello storico. L’ultima volta si sono ‘incontrati’ telefonicamente 11 anni fa; 2001, Santoro all’epoca conduceva il ‘Raggio Verde’. Berlusconi irruppe telefonicamente accusando il giornalista di fare “processi in diretta”. Da lì un botta e risposta memorabile, almeno per quel che riguarda il giornalismo ed in generale la televisione, finito con un imperativo del Cavaliere – “Santoro si contenga! Lei è un dipendente del Servizio Pubblico” – e con Santoro che letteralmente ‘buttò’ giù il telefono. Un anno più tardi Biagi, Luttazzi e lo stesso Santoro furono estromessi dai canali Rai. Si parla di censura e di quel del famoso ‘editto bulgaro’.

Poi 11 anni di silenzio, solo attacchi trasversali, mai più uno di fronte all’altro. Fino a questa sera quando il leder del centro-destra ha deciso di varcare la tana del lupo. E lo ha fatto galvanizzato dai sondaggi e da quella fede che non lo ha mai abbandonato da quando si è buttato in politica: due ore in tv valgono più di qualunque accusa, soprattutto se si è nel pieno della campagna elettorale. Gli ‘accordi’ sono iniziati prima di Natale: nessuna trappola per l’ex presidente del consiglio che si è fidato della parola data. Ci sono i voti di mezzo, come è logico che sia ad un mese e mezzo dal voto, ma c’è molto di più. Ci sono due italie in campo, divise su tutto, divise da sempre. In queste due ore potrebbe andare in onda una sintesi perfetta di quello che è stato il Paese dal dopo Tangentopoli in poi.

LA DIRETTA

La prima domanda a Berlusconi arriva dai giornalisti assiepati fuori dagli studi de La 7: “È teso?” “No, perché?” ha risposto sicuro il leader del Pdl, “comunque vada per me va bene”. Poi il Cavaliere si è diretto verso Santoro e gli ha stretto la mano. Così ha fatto con Travaglio e con tutta la redazione della trasmissione. Pochi minuti dopo è iniziata la diretta. Telecamere accese, immagini a campo lungo, in sottofondo ‘Addio Granada’ di Claudio Villa. Sulla scena solo Santoro che detta le istruzioni per l’uso: “C’è sempre un momento in cui c’è chi sente di avere il carattere del torero e si sente di lanciarsi nell’arena per una sfida definitiva. Noi da tempo abbiamo detto addio a Granada, città dei toreri. Ma gli italiani non hanno bisogno di un torero che ammazza un toro. Centomila persone hanno creato una piazza, ‘Servizio Pubblico’, una piazza anche per Silvio Berlusconi”.

SONO SORDO - Dopo la premessa si va subito alla carne. Partendo dalla crisi economica e dei primi battibecchi: “C’è un acustica strana – appunta subito Berlusconi  – ma forse sono diventato anche sordo, colpa dell’età. Sono nonno per la settima volta ed ho una veneranda età”. Santoro non si scompone: “Se urlo faccio una parte scontata. Dobbiamo sforzarci. Segua il labiale”. “Benissimo – risponde l’ex premier – cercherò di sforzarmi”.

CRISI – La prima domanda è sulla crisi, e riporta a quel 2009, quando Berlusconi ‘negò’ la gravità della situazione economica: “Vuol chiedere scusa?”, gli chiede Giulia Innocenzi. “Non annetto nessuna responsabilità al mio governo. Confermo parola per parola quanto ebbi a dire nel 2009, la situazione era completamente diversa”.

IMU – Poi gli chiedono conto sull’Imu, sul voto favorevole della scorsa primavera e sulla svolta repentina a campagna elettorale in corso: “L’Imu doveva essere una tassa comprensiva per tutte le imposte locali, compreso gli immobili, ma mai sulla prima casa. Il governo Monti invece introdusse l’imposta anche per la prima casa. Ci riunimmo una notte e ci chiedemmo se far cadere il governo, ma alla fine non ce la siamo sentita di prenderci questa responsabilità”

MINISTRO – Ma i battibecchi continuano, Berlusconi vuol parlare, Santoro lo interrompe e allora il Cavaliere alza la voce: “È facile stare dietro una telecamera e fare il suo mestiere. Ma questo Paese non è governabile. Il presidente del consiglio non ha nessun potere”. “E come mai lei allora vuol tornare a fare il primo ministro?”, incalza Luisella Costamagna. “Infatti ho già dichiarato che farò il ministro dell’Economia e dello Sviluppo economico”.

GLI ANIMI SI SCALDANO – Le interruzioni, si sa, stizziscono Berlusconi. Così mentre il conduttore lo incalza il Cavaliere ribatte: “Santoro lei è andato all’università o ha fatto le serali. Da quando sono entrato in politica le mie aziende hanno versato nelle casse dello stato 9 miliardi di euro”. E Santoro? “Non faccia la vittima che da quando è in politica le sue aziende sono andate sempre più su”. Allora il Cavaliere recita la stessa parte recitata da Bruno Vespa: “Lei dopo 10 anni ancora non ha capito che il primo ministro non ha alcun potere”. E Santoro: “Andrò alle serali”.

VERONICA LARIO – “Io sono qui gratis. È lei che stasera guadagna facendo il suo mestiere”. “E ci mancherebbe – lo interrompe Santoro – che le devo far fare soldi anche qui?” “Guardi – risponde Berlusconi – io devo guadagnare, perché ogni giorno devo alla mia ex moglie, e mi esprimo in lire, 200milioni”. E ancora, “Santoro siamo da Zelig?”. E il conduttore: “Lei è molto più Zelig di me”.

TRAVAGLIO – È il momento dell’editoriale di Travaglio che si concentra su i due ‘complotti’ che avrebbero coinvolto Silvio Berlusconi. Il primo, i processi sul caso Ruby e sul pagamento delle donne. Il Cavaliere lo interrompe: “Mai pagata nessuna donna per fare l’amore”. Il secondo ‘complotto’ riguarda la caduta dell’ex premier e che conseguentemente ha portato Mario Monti a Palazzo Chigi. Quello stesso passaggio storico per cui il fondatore di Mediaset chiede da giorni una commissione d’inchiesta parlamentare. Travaglio li smonta entrambi.

COMUNISTI – Arriva il momento delle urla. Berlusconi si scalda su un suo vecchio tormentone, i comunisti. Dai giudici all’ex Presidente della Repubblica, Scalfaro. Dalle gradinate in tubi innocenti dello studio qualcuno ride. Il leder del Pdl perde le staffe: “La sinistra ha l'invidia, la sinistra ha l'ideologia comunista la più disumana della storia e non ce ne siamo ancora liberati. Oscar Luigi Scalfaro era assolutamente di sinistra, era il peggiore”. Prende la parola Vauro: “Non sapevo di avere tanto potere, perfino Monti è dei nostri”.

MERKEL – Viene mandato in onda il video della famosa telefonata di Silvio Berlusconi riceve una telefonata, la famosa conservazione che fece attendere Angela Merkel durante i saluti a margine di un vertice Nato. Il Cavaliere, sorridendo, prima dice al conduttore “Lei si sta scavando la fossa”. Poi spiega il motivo di quella telefonata ripresa dalle telecamere. Si trattava di una conversazione con il leader turco Erdogan dopo che il Cavaliere aveva cercato di convincerlo a dare il via libera alla nomina del danese Rassmussen al vertice dell'Alleanza atlantica. In quella telefonata - spiega Berlusconi al conduttore - Erdogan annunciava il suo sì all'operazione, e questo significava 'l'Habemus Papam' tanto atteso da tutti, compresa Angela Merkel.

MONTI – Berlusconi attacca Monti. Motivo? Si è spostato a sinistra: “A poco a poco, Monti ha preso un'altra strada subendo, e molto, le pressioni della sinistra, del Pd, della Cgil, della Fiom e della Camusso e questo spostamento a sinistra l'ha allontanato dalle nostre direttive, via via che il tempo passava”.

TREMONTI – La Lega e Maroni hanno indicato in Giulio Tremonti il candidato premier. Ma Berlusconi mette subito le cose in chiaro: “Non può essere il mio presidente del Consiglio anche perché la Lega nella mia coalizione ha una percentuale molto bassa. Diciamo che la sua è una candidatura honoris causa”. Prima di questa battuta Santoro mostra un video in cui Tremonti – raccontando della lettera con cui la Bce richiamava l’Italia – ipotizzava un complotto interno più che europeo, nei suoi confronti. Un complotto che Berlusconi, ammettendo una certa “divaricazione” di opinioni con il suo ex ministro dell’Economia, esclude fermamente e che definisce “fantasioso”.

EURO – Prende la parola un’imprenditrice del nord-est e ‘picchia’ sulla pressione fiscale, sull’euro, e sul potere delle banche europee. Un vero e proprio assist, il primo, per Berlusconi: “Se noi facciamo un referendum, e non solo qui in Italia, la maggioranza sarebbe contro questa Europa che deve cambiare profondamente”.

TRAVAGLIO 2 – Il vicedirettore del Fatto riprende la parola per il secondo monologo. Berlusconi lo anticipa con una battuta: “Lei guadagna moltissimo, soprattutto su di me”. E poi sorride: “Ho anche io una letterina per Marco Travaglio”.

SCONTRO CON SANTORO – Per la seconda volta il vicedirettore del Fatto va in cattedra. Comincia il secondo monologo. “Ho aspettato 20 anni per intervistarla – confessa Travaglio – ma ora non mi viene nessuna domanda perché la cosa più grave non è cosa ha detto e cosa ha fatto in questi anni ma cosa non ha detto e non ha fatto. Non ha detto che chi non paga le tasse non è un furbo ma un ladro che ruba agli onesti. Non ha detto che chi paga o prende tangenti non va candidato. Che la mafia non va combattuta ma che va sconfitta proprio, che la Costituzione va rispettata e non va cambiata ogni volta. Pensi ora l’Italia come sarebbe... verrebbe da piangere a tutti noi e forse anche a lei”.
“Tra me e Travaglio c’è solo una cosa che abbiamo in comune: lui pensa che io sia un genio del male, io lo penso di lui. E io sono il suo core business”. Inizia così lo scontro più duro di tutto ‘Servizio Pubblico’. Ma non con Travaglio, con Santoro. Finisce Travaglio prende la parola Berlusconi. Per qualche minuto si scambiano anche le postazioni. Berlusconi si siede sulla cattedra, Travaglio al posto dell’ex premier (non sarà un dettaglio da tralasciare). Da imputato a giudice. È con questo spirito che inizia a leggere una lettera indirizzata al vicedirettore del Fatto elencando una per una le condanne in cui è incappato il giornalista in carriera. Una per una, fino a che Santoro non lo interrompe. Da qui inizia una bagarre che farà la fortuna di Blob per anni. L’elenco infatti provoca la reazione violenta di Santoro che chiede al Cavaliere di smetterla gridandogli “si vergogni, sta leggendo una scartoffia che le hanno scritto e non sa nemmeno cosa sta leggendo". E aggiunge, a proposito del ‘Giornale’, che sarebbe stato proprio lui a cacciare Indro Montanelli, non Travaglio, come affermato in precedenza da colui che fu l’editore di uno dei maestri del giornalismo italiano. "Lei si dovrebbe vergognare - alza i toni Berlusconi - è un diffamatore professionista e lei se lo tiene qui". E quasi mezzanotte e arriva il momento di ricordare a Berlusconi l’editto bulgaro: ''E allora è stato Travaglio a cacciare Biagi e Luttazzi e anche Santoro”.
I due urlano, si sovrastano con la voce. Sembra quasi di assistere ad una sceneggiata. Un po' troppo, come se alla fine fosse stato inevitabile non passare anche da qui. E così Berlusconi si alza in piedi e controbatte ad un Santoro scatenato. "Lei", grida il conduttore, “stava ‘addormentando’ una bella trasmissione” con la lettura “di scartoffie messe assieme dai suoi collaboratori di cui manco conosce i contenuti”. Berlusconi a quel punto tenta di stringere la mano a Santoro, il giornalista però gliela nega. Berlusconi allora si dirige verso Travaglio e lo inviata ad alzarsi dalla sedia “perché questo è il mio posto”. Travaglio si alza e Berlusconi, prima con un fascio di fogli che ha in mano poi con un fazzoletto che si toglie di tasca, pulisce platealmente la sedia dove si era accomodato Travaglio.

COGLIONI – Da questo scontro non si torna più indietro. La tensione è salita alle stelle. “Abbiamo buttato via 15 minuti di trasmissione” si lamenta Santoro, e con la scontro finale lei “ha sciupato un’occasione”. Berlusconi non fa una piega e continua quello che più che un dibattito politico è diventato uno show, un testa a testa carico di rancore che si è trascinato per ben 11 anni: “Cosa vuol fare sono vecchio, non ho potere di sintesi”. “Lo sappiamo che non ha potere di sintesi – gli replica Santoro – e sappiamo anche che purtroppo è vecchio”. Berlusconi: “Sono stato votato da 11 a 13 milioni di italiani, sono tutti coglioni?”. “Sì”, rispondono in coro dal pubblico”. “Chi lo dice sa di esserlo”, ribatte il leader del Pdl.

FINALE – “Sulla mia pietra tombale farò scrivere ‘Fu un uomo buono e giusto’”, assicura Berlusconi prima di lasciare gli studi. Non prima di fare un'ultima battuta: “Gli scommettitori inglesi dicevano che me ne sarei andato. Qualcuno è arrivato a scommettere sul minutaggio. Bene, noi che abbiamo giocato sul fatto che rimanessi abbiamo vinto tutti”. Si alza. Stretta di mano frettolosa. “Buoni ascolti”, “dove devo andare?”. Campo lungo, sembra finita, ma Berlusconi è ancora microfonato e mentre la rete sfuma verso la pubblicità parte l’ultimo affondo della serata: “Ragazzi non fatevi infinocchiare da questo qua”.

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