Bimba di 3 anni in fin di vita per un graffio del gatto
La piccola Lilanna Batstone ha rischiato di morire a causa di uno shock tossico: a salvarla un medico dell'ospedale di Taunton, che ha capito subito cosa la stava uccidendo
Il semplice graffio di un gatto poteva costare la vita a Lilanna Batstone, una bimba inlgese di 3 anni, che stava per essere uccisa dallo shock tossico procurato dalle unghie dell'animale domestico. Come riporta il tabloid The Sun, i fatti risalgono allo scorso 29 ottobre, quando la piccola, nonostante fosse affetta da varicella, non aveva perso le energie per giocare con il gatto Chanel.
A raccontare la vicenda è la 35enne Kelly Batstone, mamma della bimba: “Stava giocando con la nostra gattina Chanel quando è stata graffiata su una vescicola sul collo. L'ho controllata, ma non mi è parso nulla di grave, l'ho messa a letto e siamo andate a dormire. All'una mi sono svegliata perché Lilanna piangeva dal dolore. Si teneva una manina sul collo e ho visto che, in poche ore, si era formato un grumo. Mi sono preoccupata e l'ho portata in ospedale”.
Come descritto dalla 35enne, il vero peggioramento della bimba è avvenuto dopo l'arrivo in ospedale:
“Ha giocato un po', poi ha avuto un crollo: ha iniziato a vomitare e ha perso i sensi. È stato spaventoso: c'è voluta un'ora prima che i medici riuscissero a stabilizzarla. Fortunatamente uno di loro è riuscito a capire che si trattava di una sindrome da choc tossico: aveva curato un altro caso appena un mese prima e quindi si è reso conto che mia figlia aveva gli stessi sintomi”.
Fondamentale per la sopravvivenza di Lilanna è stata proprio l'intuizione del medico di Taunton: se non avesse individuato subito la malattia, per la piccola non ci sarebbe stato nulla da fare.
Lilanna è stata ricoverata per cinque giorni, il tempo necessario per stabilizzarsi e riprendere le forze. In ospedale ha anche festeggiato il compleanno, tra le attenzioni e i regali delle infermiere. Ma per la piccola l'incubo non è finito qui, come affermato dalla mamma, c'è il pericolo che la sindrome si ripresenti: “Dobbiamo tenerla sempre sotto controllo e io sarò lì a vigilare su di lei”.