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Giovedì, 25 Aprile 2024

Bimba di 8 anni stuprata e uccisa: orrore in India

L'ennesimo episodio di violenza, stavolta ai danni di una bambina, ha riacceso la tensione in tutto il Paese: manifestazioni di protesta a Delhi

Ennesimo orrore in India: una bimba di soli otto anni è stata stuprata e uccisa nel Kashmir. Un episodio di violenza che ha riacceso le tensioni tra le comunità musulmane e indù, riportando ancora una volta in primo piano il fenomeno della violenza delle donne nel Paese. 

L’assassinio della bambina ha provocato nell’opinione pubblica uno sdegno di entità paragonabile al brutale stupro di gruppo di una studentessa a bordo di un bus di Delhi nel 2012, che finì sui giornali di tutto il mondo. La Porta dell’India a Delhi è stata teatro di una serie di grandi manifestazioni di protesta e il leader dell’opposizione Rahul Gandhi ha guidato una marcia a lume di candela verso il monumento ieri a mezzanotte per sottolineare la “brutalità inimmaginabile” dell’omicidio. La bambina, la cui identità è stata protetta oggi da un ordine di un tribunale, è stata uccisa a gennaio nello stato di Jammu e Kashmir. 

India, studentessa stuprata di nuovo dagli stessi uomini (3 anni dopo)

Secondo la polizia è stata rapita da un minorenne che aveva lasciato la scuola e da un complice che l’hanno obbligata a prendere dei sedativi tenendola prigioniera in una baracca e poi in un tempio indu per cinque giorni. Durante la prigionia la bimba è stata violentata ripetutamente dal minore e da vari uomini, tra cui un agente di polizia. Alla fine è stata strangolata e colpita con una pietra e il suo corpo abbandonato in un bosco. “Il mio cuore duole stasera, come quello di milioni di indiani” ha detto Gandhi ieri sera. “L’India non può continuare ha trattare le sue donne in questo modo”.

Giovane vedova resiste allo stupro, bruciata viva dal cognato

Come riportato dal Times of India, la vittima apparteneva a una tribu nomade musulmana e tutti gli otto arrestati nell’inchiesta sono indù. Jammu e Kashmir è l’unico stato indiano a maggioranza musulmana, ma nel sud, dove è avvenuto il delitto, dominano gli indu. La vicenda ha ampliato le divisioni nella regione, dove gli attivisti musulmani hanno condannato un crimine contro la loro comunità e alcuni gruppi indù hanno sostenuto che gli accusati sono stati incriminati ingiustamente. A un certo punto una folla di avvocati indù ha cercato di impedire alla polizia di entrare in tribunale per formalizzare le accuse contro gli otto uomini. Il premier Narendra Modi, che guida un governo nazionalista indù, finora non ha commentato, ma il primo ministro dello stato, il cui partito è allineato con quello di Modi, ha detto che il delitto “è una vergogna per l’umanità”.

Fonte: The Times of India →
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