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Giovedì, 25 Aprile 2024

Proteste contro i Mondiali in Brasile, Blatter shock: "Il calcio è più importante di voi"

Il segretario della Fifa Sepp Blatter non si schiera dalla parte dei manifestanti. Tutt'altro. "Chi protesta, non dovrebbe usare il calcio per le proprie rivendicazioni"

Non si placano le proteste in Brasile contro lo spreco di denaro pubblico e la scarsa trasparenza nei lavori in vista dei mondiali del prossimo anno

E il gotha del calcio mondiale, per bocca del segretario della Fifa Sepp Blatter, non si schiera dalla parte dei manifestanti. Tutt'altro. "Chi protesta, non dovrebbe usare il calcio per le proprie rivendicazioni". E' il commento di Blatter sulle rivolte che stanno facendo da cornice alla Confederations Cup, in corso in Brasile. Ma non è tutto: "Il calcio è più importante dell’insoddisfazione delle persone".

VIDEO: ESPLODE LA PROTESTA A RIO E SAN PAOLO

"Il Brasile ha chiesto i Mondiali, non siamo stati noi ad imporli. I brasiliani sapevano che, per organizzare una buona edizione dei Mondiali, dovevano costruire stadi. Ma insieme agli impianti ci sono altre opere: strade, hotel, aeroporti... Fanno parte dell’eredità che i Mondiali lasceranno per il futuro», ha detto il segretario della Fifa in un’intervista trasmessa nella serata di ieri dall’emittente TV Globo. Blatter ha anche incontrato il ministro dello Sport, Aldo Rebelo. "Il ministro ha parlato delle proteste, ma è un argomento di cui deve occuparsi il governo. Non è un tema che riguarda la Fifa. Posso solo dire che il buon calcio e gli stadi eccellenti sono qui per offrire divertimento e emozioni".

NO AI MONDIALI: PROTESTE E SCONTRI

"Gli stadi sono gioielli, sono meravigliosi. Il nuovo Maracana’ e quello di Brasilia mi hanno impressionato. Il Brasile è pronto? Certo, è pronto".

Lo scorso sabato prima di Brasile-Giappone il pubblico di Brasilia ha fischiato il presidente Dilma Rousseff. Blatter non ha gradito e fatto un discusso appello: "Ho chiesto rispetto per il Capo dello Stato. Possono fischiare il presidente della Fifa, non mi interessa. Il presidente della Fifa può piacere o no. Ma lì c’era il Capo di Stato, ho chiesto rispetto e fair play. L’ho fatto per lei, non per me".

Fonte: El Comercio →
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