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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Polemiche sui domiciliari del boss al 41 bis, ma il virus c'entra poco (o nulla)

Francesco Bonura ha ottenuto la pena alternativa per "gravi motivi di salute". Non vi sarebbe pericolo di fuga (la condanna è praticamente finita) e di reiterazione del reato (è malato)

Ha suscitato scalpore la decisione del giudice di sorveglianza del tribunale di Milano di concedere la pena alternativa al capomafia palermitano Francesco Bonura, uno dei "colonnelli" di Bernardo Provenzano. In realtà, come spiega Sandra Figliuolo su PalermoToday, le polemiche sono state in larga misure pretestuose. 

Bonura - come hanno spiegato chiaramente i suoi avvocati  Giovanni Di Benedetto e Flavio Sinatra - ha già avuto un tumore ed altre gravi patologie, attualmente i marcatori indicherebbero una recrudescenza proprio del cancro. I giudici hanno deciso di concedergli i domiciliari ricorrendo alla "normativa ordinaria applicabile a tutti i detenuti, anche condannati per reati gravissimi – come hanno precisato ieri – a tutela dei diritti costituzionali alla salute e all’umanità della pena". Bonura va ai domiciliari quindi per gravi motivi di salute e "tenuto conto anche dell’emergenza sanitaria". Anche, non "solo". 

In passato altre istanze di liberazione erano state negate, ma adesso gli mancano 9 mesi al fine pena e per tornare, dunque, del tutto libero. Non vi sarebbe pericolo di fuga (la condanna è praticamente finita) e di reiterazione del reato (è malato). A tutto questo si aggiunge che per la sua età e proprio per le sue condizioni di salute precarie sarebbe anche un soggetto maggiormente a rischio rispetto al Covid-19.

Quanto al caso di Giuseppe Sansone, ammesso al regime degli arresti domiciliari dal Tribunale del Riesame di Palermo, le motivazioni della decisione non sono state ancora rese note.

Come hanno puntualizzato ieri i suoi avvocati, Giovanni Rizzuti e Marco Giunta, Sansone "è in attesa di giudizio e, come tale, risulta assistito dalla presunzione di non colpevolezza e nei suoi confronti non è stata mai anche soltanto ipotizzata una partecipazione al sodalizio mafioso aggravata dal ruolo di capo o promotore. Sansone, quasi settantenne ed affetto da patologie, in assenza quindi di esigenze cautelari di eccezionale rilevanza, avrebbe dovuto per legge essere ammesso agli arresti domiciliari, al pari di altri suoi coindagati in posizioni analoghe".

Fonte: PalermoToday →
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