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Giovedì, 28 Settembre 2023
Il caso non è chiuso

Bossetti punta alla revisione del processo, battaglia sui reperti: alta tensione in aula

Sarà la corte bergamasca a decidere nei prossimi giorni se sia giusto che la difesa abbia accesso a quei documenti

La Cassazione aveva accolto le richieste della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l'omicidio di Yara Gambirasio, annullando le ordinanze con cui la Corte d'Assise di Bergamo aveva respinto la richiesta degli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Campirini di accedere ai reperti. Oggi c’è stata l’udienza, in un’aula blindata, dove ci sarebbero anche stati momenti di alta tensione fra le parti e dove si è discusso della possibilità, da parte degli avvocati del muratore di Mapello, di analizzare numerosi reperti in vista di una eventuale richiesta di revisione della sentenza, che condannò Bossetti all'ergastolo.
Su una cosa sono tutti d’accordo: non si possono rifare analisi sulla traccia 31 G20, quella che tra 23mila campioni risultò essere di Bossetti perché, come ammesso dagli stessi legali, "quella è l'unica traccia che è effettivamente esaurita". Ma quella traccia, in sede processuale, aveva rappresentato anche la prova regina, senza la quale forse non si sarebbe mai arrivato ad un riconoscimento di colpevolezza per il muratore. Eppure gli avvocati vogliono comunque avere accesso agli elementi probatori raccolti in fase di indagine, diventati poi di fatto prove nel dibattimento di un processo a cui ha guardato tutto il Paese. 
Ma i pm Antonio Chiappani e Letizia Ruggeri non hanno avuto problemi ad opporsi definendo quei reperti degli “scartini” perché irrilevanti per quanto riguarda la posizione di Bossetti e, qualora fossero riesaminati si verrebbe a creare un quarto grado di giudizio. In un’udienza durata 3 ore, i magistrati avrebbero stigmatizzato il comportamento processuale della difesa che avrebbe in sostanza più volte, negli anni, accusato la Procura di scorrettezze. Ora sarà la corte bergamasca a decidere nei prossimi giorni se sia giusto che la difesa abbia accesso a quei documenti, con la possibilità che si riapra un faro sulla morte di Yara Gambirasio. La giovane scomparve il 26 novembre del 2010 mentre stava andando in palestra, a Brembate di Sopra e venne trovata uccisa esattamente tre mesi dopo in un campo di Chignolo d'Isola, a pochi chilometri di distanza da casa.
Fonte: Il Giorno →
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