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Giovedì, 25 Aprile 2024

La crisi fa rivivere il caffè offerto

Torna il "caffè sospeso" usanza napoletana di metà ottocento. E per la Giornata dei Diritti Umani anche tazzine pagate in tutta l'Italia

Da metà ottocento fino a qualche anno fa in Campania era consuetudine lasciare al bar il "caffè sospeso": al bancone se ne pagavano due e chi non aveva le possibilità economiche per godersi il piacere di un buon caffè, aveva comunque la possibilità di passare dal bar e passare un momento di relax.

Poi arrivò il boom economico e il benessere. Ma oggi non è più così: con la crisi la vecchia consuetudine è tornata di moda e oggi chi sta meglio di altri ha ricominciato a pagare un caffè in più. Nel 2011 è nata la Rete del caffè sospeso, che oggi conta una sessantina tra bar, festival e associazioni che hanno sposato la causa, in tutto il nostro paese. Ma già la tradizione è andata oltre i confini nazionali: hanno già aderito alcuni bar di Spagna, Svezia e Brasile.

Semplicemente nei locali del circuito è ricominciata e si promuove questa tradizione. "L’obiettivo - spiega Chiara Sasso, sua presidentessa - è stimolare la pratica dello scambio che, dal cibo ad altri generi di prima necessità, oggi come oggi svolge un ruolo sempre più importante".

Inoltre il 10 dicembre, insieme alla Giornata internazionale dei Diritti Umani, si celebra la terza Giornata del caffè sospeso. Eventi su e giù per lo stivale e caffè offerti per tutti. In sostegno dell'iniziativa diversi personaggi del mondo della cultura, tra cui Luca Mercalli il famoso meteorologo. Ma anche della politica come il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.
 

Fonte: Rainews24 →
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