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Giovedì, 25 Aprile 2024

La missione di Pietro: "Rendo i cammini accessibili ai disabili"

È una storia emozionante, quella di Pietro Scidurlo. Lui, paraplegico dalla nascita, ha trovato la sua missione: "Abbattiamo il muro del silenzio"

È una storia emozionante, quella di Pietro Scidurlo. Lui, paraplegico dalla nascita, ha trovato la sua missione nel "rendere i cammini accessibili a noi disabili". Ha 37 anni, e sei anni fa c'è stata una svolta nella sua vita: ha deciso di fare il Cammino di Santiago in handbike. È scattata la scintilla. Da lì fonda l'associazione Free Wheels Onlus e scrive la guida per l'itinerario di pellegrinaggio spagnolo tagliata sull'accessibilità. "C'è tanto da fare" racconta al Fatto Quotidiano. 

"Ho avuto per decenni un brutto rapporto con la mia disabilità, ero scontroso con gli altri e nervoso con me stesso. Non vivevo con serenità la mia condizione. Poi dentro di me qualcosa è cambiato e ho iniziato anche ad aiutare altre persone che vivono la mia stessa situazione". I cammini sono entrati prepotentemente a far parte delle sue giornate. Cammini spirituali o culturali in Italia e all’estero, su sterrato e asfalto.

Pietro studia le diverse varianti possibili di fronte agli ostacoli, segnalando sempre le barriere presenti. “È arrivato il momento di rendere pienamente accessibili i cammini italiani anche alle persone con disabilità. Quando si parla di cammini nessuno si impegna a renderli fruibili per tutti, inclusi donne e uomini che vivono su una carrozzina. Abbattiamo il muro del silenzio”.

Insieme a Luciano Callegari, ha scritto l’unica guida in Europa sul Cammino di Santiago accessibile a tutti. Ma Pietro vuole usare questa visibilità per insistere sull’urgenza dell’accessibilità ed estendere il passaparola.

“Grazie alla pubblicazione della guida il numero dei disabili che hanno fatto il Cammino di Santiago è quasi decuplicato. I dati dell’Officina del pellegrino parlano di oltre 150 persone. Cifre che confermano come la domanda sia in forte crescita”. Però, prosegue, “continuo a vedere sulle pagine Facebook dedicate ai cammini sempre report di viaggio in cui mancano del tutto informazioni sull’accessibilità degli itinerari. Nessuno indica quali siano le strutture idonee per i disabili, non si fa mai riferimento alle esigenze particolari delle persone con disabilità come, ad esempio, la presenza di un bagno accessibile o di un ostello senza gradini”.

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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