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Martedì, 16 Aprile 2024

Errore alla cassa da Ikea: padre e figlia finiscono in carcere

Aver passato male sullo scanner alcuni barattoli è costato caro ad Emilie Guzzo e suo padre: accusati di furto, sono stati portati in cella. E' successo a Strasburgo, in Francia

Emilie Guzzo, una ragazza di Strasburgo, in Francia, ha raccontato sul suo profilo Twitter l'assurda vicenda che l'ha portata in carcere, insieme al padre, per un errore commesso durante il pagamento alla cassa self service di un negozio Ikea. Una vera e propria odissea per la giovane e il genitore, con cui soltanto oggi Ikea France si è scusata per come sono andate le cose, ritirando anche la denuncia nei loro confronti. 

Come racconta anche il quotidiano francese Le Figarò, per Emilie e suo padre, 'galeotti' sono stati dei barattoli: “Lunedì scorso sono andata all’Ikea con mio padre per comprare dei barattoli di vetro che avevamo visto online, ne restavano solo qualcuno sullo scaffale, ne abbiamo presi quattro che erano chiusi con un coperchio”. 

Avendo pochi articoli da pagare i due decidono di usufruire delle casse automatiche: “Dopo aver passato sullo scanner quello che avevamo comprato ci siamo avvicinati all'uscita, dove un agente di sicurezza ci ferma, chiedendo se avevamo passato male gli oggetti sullo scanner. Lo lasciamo controllare e in effetti c’erano un prezzo sul coperchio e un altro per il barattolo, io non me ne ero accorta dunque dico all’agente che è colpa mia, li ho presi assieme così com’erano e non ho controllato. Mio padre vuole comunque pagare subito i quattro barattoli, il tipo dice venite con me all’ingresso, devo solo avvisare il mio superiore per il pagamento”. 

L'agente chiama così il suo superiore, ma dopo avergli spiegato la situazione, il direttore accusa l'uomo e la figlia di aver rubato. Nonostante le giustificazioni di sorta, i due non riescono a convincere il direttore del negozio della loro innocenza, che li mette di fronte ad un scelta: “Firmate una deposizione in cui ammettete il furto o chiamo la polizia”. Padre e figlia si rifiutano di siglare l'ammissione di colpa e così arrivano gli agenti.

Inizia così la trafila con la polizia, l'arresto per “furto organizzato” e le pattuglie che portano Emilie e suo padre in cella, dove sarebbero dovuti restare per 24 ore. Per fortuna, al cambio del turno in commissariato, l'uomo parla dell'errore allo scanner al nuovo agente che, capendo che c'era qualcosa che non andava, contatta i suoi superiori ed il giudice, riuscendo a scarcerare padre e figlia dopo tre ore.

Fonte: Le Figaro →
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