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Giovedì, 25 Aprile 2024

Carolina Morace: "Amo una donna, l'ho sposata due volte, nel calcio c'è omofobia"

L'ex calciatrice racconta il suo rapporto con Nicola Jane Williams: "Ora vogliamo un figlio. Come mi definisco? Sono una donna che ama una donna"

Carolina Morace, 56 anni, ex attaccante della Nazionale femminile di calcio, allenatrice, dirigente e commentatrice televisiva, parla oggi in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera del suo matrimonio con Nicola Jane Williams (38) e del suo libro-confessione (scritto con la giornalista Alessia Tarquinio) Fuori dagli schemi, in uscita per Piemme il 13 ottobre. Morace racconta il suo coming out: "L’ho fatto naturalmente per loro, per le più giovani, ma l’ho fatto anche per molte mie amiche quarantenni o cinquantenni che ancora non trovano il coraggio di raccontarsi". Dice che chiama sua moglie Jane, che ha sposato due volte, perché le sembra di più un nome da donna e spiega che nel calcio c'è troppa omofobia: "Il mondo del calcio è pieno di pregiudizi e di omofobia. Non biasimo chi non fa coming out. Per molti uomini il non farlo è una forma di protezione. Credo che sia giusto farlo quando si è pronti, quando si è sicuri di poter togliere la maschera e non rimetterla più". Poi parla del suo matrimonio:

«La proposta gliel’ho fatta nel giorno del mio quarantottesimo compleanno. Avevo comprato gli anelli, avevo ripassato per ore la frase “vuoi sposarmi?”. Sono una donna tradizionale, sì, anche in questo caso sono rimasta me stessa. E credere che prima nella mia vita non avevo mai pensato al matrimonio. Ci siamo sposate una prima volta a Bristol, sul piroscafo SS Great Britain e poi in Australia».

Papà che ha detto?
«Gli dissi: “Papà, mi sposo”. E lui: “Bene!” “Sì, ma non con un uomo”.“Va bene! Basta che tu sia felice”».

Poi racconta della loro voglia di maternità: «Sì, lo desideriamo. Lei ha già una figlia ed è una bravissima madre, mi commuovo nel vederla parlare così intensamente con la sua bambina, nel notare il tempo che le dedica e il modo con cui sta seguendo la sua crescita. Non sarà facile per noi, specie in questo periodo in cui spostarsi peril mondo è complicato a causa della pandemia. So già che dovremo avere pazienza, sia per questo che per tutte le difficoltà che incontreremo». Ma la sfida non la spaventa. «Nicola mi ha liberato anche di questo timore. In realtà, quando avevo trentanove anni — e lo racconto nel libro — ho provato a diventare madre. Ero una donna single e determinata ma i figli non arrivarono e così smisi di accanirmi. Dovevo solo aspettare. E con mia moglie oggi mi sento nel momento giusto». 

E per sé stessa oggi sceglie la definizione più semplice: «Sono una donna che ama una donna».

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Fonte: Corriere della Sera →
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