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Venerdì, 29 Marzo 2024

In coma dopo il parto: "L'anestesista non voleva essere disturbata"

Caterina Viscomi è in stato vegetativo all’ospedale Sant’Anna di Crotone: il marito chiede giustizia. Ne parla oggi il Corriere della Sera

Caterina Viscomi, oncologa di Soverato, entrava in coma la notte del 6 maggio 2014 dopo un parto cesareo durante il quale aveva sofferto di un deficit d’ossigeno che le ha provocato danni neurologici gravissimi. Da allora non si è mai più risvegliata. La colpa, secondo il tribunale di Catanzaro, sarebbe dell’anestesista Loredana Mazzei. Lei avrebbe fatto abbassare il volume dello strumento che doveva misurare la saturazione dell’ossigeno nel sangue.

La donna, infatti, secondo quanto riporta oggi il Corriere della Sera, era infastidita dal rumore di queste attrezzature nella sala operatoria all’ospedale "Pugliese" di Catanzaro e quindi ne faceva abbassare il volume.

Sul caso era stata aperta un'inchiesta, poi archiviata, e nel frattempo l’anestesista è morta. Il marito di Caterina ha chiesto che le indagini proseguano e il gip di Catanzaro ha rinviato gli atti alla procura per nuovi accertamenti. Da qui sono emersi nuovi particolari che coinvolgono l’anestesista.

Il Corriere della Sera scrive:

Molti suoi colleghi conoscevano la situazione anche perché sono accaduti episodi che hanno creato enormi difficoltà di gestione del ruolo della collega, nell’ambito pediatrico. La dottoressa Mazzei da diversi anni presentava un quadro clinico contrassegnato da comportamenti ispirati al «misticismo esasperato». Al punto che il primario dell’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, Fabrizio Gennari - con il quale il «Pugliese» aveva avviato una collaborazione - in data 14 novembre 2012 aveva inviato una email al dottor Mario Verre, primario del reparto di anestesia e rianimazione «affinché alla dottoressa Mazzei non venga più assegnata la conduzione di nessuna delle sedute operatorie afferenti al Centro di chirurgie pediatriche».

Dopo quel richiamo la Mazzei subì un provvedimento disciplinare che si concluse comunque con una archiviazione, ma con un obbligo: "In sala operatoria doveva andarci con un “tutor”, come supporto psicologico". Mazzei era stata iscritta nel registro degli indagati il 12 luglio 2014 come unica responsabile delle lesioni celebrali subite dalla signora Viscomi, ma non è stata mai interrogata e sei mesi dopo è morta per cause naturali.
 

Fonte: Corriere della Sera →
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