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Venerdì, 19 Aprile 2024

Esce dal carcere il mostro di Foligno: "Disse che avrebbe ucciso ancora"

Luigi Chiatti vivrà d'ora in poi in una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, a Capoterra, in provincia di Cagliari, dove dovrà restare almeno per i prossimi 3 anni

Luigi Chiatti, il cosiddetto "mostro di Foligno" condannato per gli omicidi di Simone Allegretti, 4 anni, e Lorenzo Paolucci, 13, è uscito oggi dal carcere di Prato, dove sta scontando la condanna a 30 anni.

Chiatti è stato trasferito in una struttura psichiatrica giudiziaria, un Opg o una rems che li sta sostituendo. Massima riservatezza sulla destinazione ma anche sugli anni che Chiatti passerà nella nuova struttura. Chiatti è in carcere dal 1993. Gli è stata riconosciuta la seminfermità mentale.

Vivrà d'ora in poi in una residenza per l'esecuzione delle misure di sicurezza, a Capoterra, in provincia di Cagliari, dove dovrà restare almeno per i prossimi 3 anni.

Ha scontato la sua pena (ridotta per effetto del condono e degli sconti di pena), ma non tornerà libero almeno per tre anni perché è quel che prevede la misura di sicurezza nella sentenza con la quale la Corte d'assise d'appello di Perugia inflisse a Chiatti 30 anni di reclusione dopo averne riconosciuto la seminfermità di mente e la pericolosità sociale.

In prigione, scrive oggi Libero, Chiatti avrebbe dichiarato ad una guardia carceraria: "Una volta che avrò scontato la mia pena, forse saranno vent'anni, studierò quello che ho scritto sul floppy-disk a proposito dell' omicidio di Simone. Così almeno questa volta ucciderò con più intelligenza".

La Nuova Sardegna scrive:

La Rems di Capoterra è dotata di vetri blindati antisfondamento e antiproiettile e recinzione anti scavalcamento. Il servizio di vigilanza è garantito dalla presenza di guardie giurate. Il personale al lavoro è composto da uno psichiatra a tempo pieno e tre che invece lavorano anche con il Dipartimento di salute mentale della Asl 6. In servizio anche uno psicologo, un tecnico della riabilitazione, dieci infermieri, cinque operatori socio sanitari, un amministrativo e un assistente sociale.

Fonte: La Nuova Sardegna →
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