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Venerdì, 19 Aprile 2024

Ossessione chirurgia estetica: gli italiani vanno all'estero per operazioni low-cost

Sono tante le donne che vanno a farsi operare nei Paesi dell'Est o in Tunisia, Brasile, Argentina, Indonesia. Ma i viaggi all'estero presentano dei rischi

La chirurgia estetica per alcune donne (ma anche per alcuni uomini) diventa un'ossessione che rovina il fisico, spesso senza la possibilità di tornare indietro.

Secondo i dati Aicpe (Associazione italiana di chirurgia plastica estetica) la paziente tipo ha un'età media tra i 35 e i 45 anni; la liposuzione, ossia l'eliminazione del grasso in eccesso, è l'intervento più praticato, seguita da blefaroplastica (il ringiovanimento dello sguardo), trapianto di grasso autologo (lipofilling e lipografting) e aumento del seno.

Un'inchiesta di Repubblica presenta un quadro inquietante, dove i rischi forse non vengono presi adeguatamente in considerazione.

"Anziane, adulte e giovanissime, il fenomeno è trasversale - spiega Alfredo Borriello, direttore dell'Unità Operativa di Chirurgia Plastica dell'ospedale Pellegrini di Napoli - e riguarda sempre più anche gli uomini, circa 3 ogni 10 pazienti. La maggior parte delle donne fra i 18 e i 25 anni credono che la correzione di un difetto fisico possa offrire maggiori opportunità sul lavoro; quelle fra i 40 e i 50 anni spesso chiedono di operarsi in seguito a un licenziamento o a cambiamenti di vita, sperando così di rilanciarsi. Mantenersi giovani e trovare più facilmente un impiego: queste le motivazioni principali".

Nonostante la crisi economica i soldi per gli interventi si trovano: nel 2012 la chirurgia estetica è aumentata del 10-12% circa. Un intervento al seno nel Nord Italia costa in media 9mila euro, 6mila al Sud; la variazione di costo dipende dalla struttura, dalla fama del chirurgo, dalla qualità delle protesi che si scelgono e dalla durata del ricovero".

E poi c'è il cosiddetto settore low cost. Sono tante le donne che vanno a farsi operare nei Paesi dell'Est o in Tunisia, Brasile, Argentina, Indonesia. Viaggi della speranza che permettono anche ai "nuovi poveri" di comprarsi un paio di labbra nuove.

Giulio Basoccu, chirurgo estetico responsabile della Divisione Chirurgia Plastica e Ricostruttiva dell'Ini (Istituto neurotraumatologico italiano) di Grottaferrata: "Tra i rischi in agguato, c'è poi quello di trovarsi a fare i conti con un risultato ben diverso da quello sperato, in linea con un Paese diverso, con altri canoni di bellezza. Le strutture di questi Paesi a chirurgia low cost sono inoltre solitamente carenti e gli standard di assistenza  inferiori ai nostri, se così non fosse i prezzi degli interventi lieviterebbero equiparandosi a quelli italiani. Infine, da non sottovalutare è l'aspetto psicologico. Un conto è essere operati nel proprio Paese con accanto familiari e amici, un altro è ritrovarsi in un posto sconosciuto, il più delle volte senza il sostegno delle persone care e senza la serenità di potersi consultare direttamente, al ritorno a casa, col chirurgo artefice dell'intervento. L'assistenza post-operatoria è molto importante".

Fonte: Repubblica →
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