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Giovedì, 25 Aprile 2024

La classifica dei 10 peggiori treni per pendolari

La Circumvesuviana, la Roma Nettuno, solo per citarne due. La classifica della vergogna, diramata da Legambiente con parametri di riferimento chiari: treni sporchi, disservizi, sovraffollamento, corse perennemente in ritardo

Ci sono i viaggi da incubo. Quelli in cui va tutto storto, dall’albergo in su. E poi ci sono i treni da incubo, che hanno a che fare con il viaggio anche se, in questo caso, si tratta di spostamenti per raggiungere il posto di lavoro, le scuole, gli uffici. Vita da pendolari, in Italia. Con tanto di black list del pendolarismo. Quella che ha stilato Legambiente ad inizio novembre, inaugurando ‘Pendolaria’, la campagna dedicata al trasporto ferroviario pendolare. Un’iniziativa che quest’anno mobilita i sindaci per investimenti nel servizio e per avere più treni e finalmente nuovi e puliti.

L’associazione, infatti, ha redatto e diffuso il manifesto "Siamo tutti sullo stesso Treno" e chiesto ai sindaci dei comuni dove passano alcune delle linee pendolari più importanti d'Italia di sottoscriverlo, per reclamare attenzione e risorse da parte di governo e regioni affinché si investa in maniera prioritaria sul trasporto ferroviario pendolare.

Da qui la classifica della vergogna, con parametri di riferimento chiari: treni sporchi, delle corse, lentezza, disservizi e sovraffollamento perennemente in ritardo. Ecco la lista ‘maledetta’:

La Circumvesuviana, la Roma Nettuno, la Padova-Calalzo, la Potenza-Salerno, la Campobasso-Isernia-Roma, la Bologna-Porretta Terme, la Siracusa-Ragusa-Gela, la linea Arquata Scrivia-Genova Brignole , le linee interne piemontesi, e la Mantova-Cremona-Milano.

Anche quest’anno, infatti, a fronte di tagli del servizio e aumenti del prezzo dei biglietti in diverse regioni, i disagi per i fruitori del trasporto pubblico su ferro sono su molte tratte aumentati, complici governo e amministrazioni regionali che non hanno investito in attenzione e risorse per i treni pendolari.

“Per quei tre milioni di cittadini che ogni giorno prendono il treno per andare a lavorare la situazione diventa ogni giorno più difficile – dichiara il vice presidente di Legambiente Edoardo Zanchini. “E’ vergognoso – aggiunge Zanchini – che gli stanziamenti erogati dalle Regioni per questo servizio siano talmente risibili da non arrivare in media nemmeno allo 0,4% dei bilanci. La nostra mobilitazione a fianco dei pendolari punta a cambiare questo stato di cose, Governo e Regioni devono impegnarsi concretamente per migliorare il trasposto pubblico su ferro”.

Infatti - come evidenzierà in dettaglio il rapporto sulla situazione e gli scenari del trasporto ferroviario pendolare in Italia che Legambiente presenterà il 17 dicembre - rispetto al 2009 le risorse da parte dello Stato per il trasporto pubblico su ferro e su gomma sono diminuite del 25% e le Regioni, a cui sono state trasferite nel 2001 le competenze sui treni pendolari, non hanno investito ne in termini di risorse ne di attenzioni. Fra il 2011 e il 2013 il taglio ai servizi ferroviari e' stati pari al 21% in Abruzzo e Liguria, al 19% in Campania. Mentre il record di aumento del costo dei biglietti dal 2011 ad oggi e' stato in Piemonte con + 47%, mente e' stato del 41% in Liguria, del 25% in Abruzzo e Umbria, a fronte di un servizio che non ha avuto alcune miglioramento.

Qui la classifica in dettaglio:

Circumvesuviana
Un’autentica vergogna italiana. Dal 2011 al 2013 le corse sono state ridotte del 40% a fronte di oltre 100mila utenti al giorno e nelle stazioni sono state chiuse 22 biglietterie. Problematica anche la sicurezza: il primo agosto scorso si verifica un incidente con automobili a un passaggio a livello, il 18 settembre deraglia un treno che viaggia a velocità troppo elevata.

Roma-Nettuno
Una tratta di 52 km di cui 20 a binario unico, carrozze sovraffollate, ritardi cronici e disservizi. Il treno che parte da Nettuno alle 8.30, monitorato da Legambiente tra il 17 ottobre e il 21 novembre, ha totalizzato 400 minuti di ritardo ed è stato soppresso 2 volte. E con il nuovo orario sono previsti perfino tagli al servizio.

13 linee ferroviarie pendolari tagliate a Torino
Un autentica beffa per i pendolari piemontesi che oltre ad avere subito i maggiori aumenti del costo dei biglietti hanno visto dal 2010 a oggi cancellare ben 13 linee: Santhià-Arona, Pinerolo-Torre Pellice, Cuneo-Saluzzo-Savigliano, Cuneo-Mondovì, Ceva-Ormea, Asti-Castagnole-Alba, Alessandria-Castagnole-Alba, Asti-Casale-Mortara, Asti-Chivasso, Novi-Tortona, Alessandria-Ovada e Vercelli-Casale Monferrato.

Padova-Belluno-Calalzo
Gli utenti lamentano un peggioramento della qualità del servizio, con ritardi e soppressioni a sorpresa e senza alternative sostitutive su gomma. La linea è di 155 km che vengono percorsi a circa 50 km/ h, ed è un esempio del disinteresse della Regione Veneto nei confronti dei pendolari. Disinteresse che ha portato a cancellare ben 8 treni “interregionali” giornalieri su un'altra linea di grande frequentazione, la Venezia e Milano, scomparsi dal nuovo orario che entrerà in vigore il 15 dicembre. La Regione invece di reperire le risorse per mantenere e migliorare il servizio ha deciso di tagliare su questa linea. E così sono scomparsi i treni interregionali e i pendolari saranno costretti a cambiare treno a Verona, perdendo tempo, o a prendere le Frecce, con prezzi ben più cari.

Arquata Scrivia-Genova Brignole
E’ la linea che collega Genova con il Piemonte, fino ad Arquata Scrivia (AL), 46 chilometri su 63 sono a binario unico. I problemi storici di lentezza dei collegamenti e vetustà dei treni, si sono aggravati con la cancellazione di un treno Intercity con l’ultimo cambio di orario.

Mantova-Cremona-Milano
Su questa linea che collega due capoluoghi di Provincia con Milano i 10mila pendolari che ogni giorno la percorrono lamentano treni lenti, sovraffollati, vecchi e sporchi. Su 151 km ben 91 sono a semplice binario e vi sono decine di passaggi a livello, per cui da Mantova per Milano  i tempi di percorrenza sono di 2 ore e 10 minuti, mentre da Cremona i tempi sono di un’ora e 10 minuti, esattamente come 40 anni fa. Il materiale rotabile è tra i più vecchi in circolazione e l’insufficienza del numero delle carrozze costringe spesso i passeggeri a viaggiare in auto. I collegamenti della bassa Lombardia con Milano e con Verona e Brescia dovrebbero essere potenziati proprio per offrire un alternativa a chi oggi è costretto a muoversi su strada.

Siracusa-Ragusa-Gela
E’ una linea non elettrificata e a binario unico, dove la media di velocità è di 55 km/h, che collega tre Province. I tempi di percorrenza dei treni sono simili e in alcune relazioni (Comiso-Ragusa, Pozzallo-Modica) addirittura superiori rispetto a quelli di 20 anni fa. Le biglietterie nelle stazioni sono del tutto scomparse, con l’eccezione di Siracusa, Modica e Gela. Otto i treni soppressi nell’ultimo anno.  

Campobasso-Isernia-Roma
Un unico binario tra Campobasso e Venafro è la ragione di tempi di percorrenza assai lenti che rendono gli spostamenti poco efficienti, oltre a treni in larga parte vecchi. Recentemente è stata chiusa Ia biglietteria a Isernia e a Campobasso. Dei tanti pendolari che si muovono tra Campobasso e Roma molti di quelli che vorrebbero farlo in treno sono costretti a prendere l’auto.

Bologna-Porretta Terme
Gli utenti - almeno 10.000 al giorno con punte di 20.000 - denunciano continue soppressioni, quotidiani ritardi, guasti sempre più frequenti e scelte sbagliate come quella di inserire treni a doppio piano in orari di scarso afflusso e non di pendolarismo mentre in orari di punta le composizioni dei convogli risultano insufficienti.

Potenza-Salerno
Anche quando i treni non subiscono soppressioni improvvise i ritardi sono all’ordine del giorno, con convogli che non raggiungono i 50 km/h di velocità di media e impiegano 2 ore e mezza per arrivare a destinazione, che si tratti di regionali o di Intercity. Dal prossimo cambio di orario verranno anche soppressi due treni di primo mattino diretti a Salerno.

Fonte: Legambiente.it →
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