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Martedì, 16 Aprile 2024

Il ginecologo "collezionista di uteri" che costringeva le detenute immigrate all'isterectomia

La denuncia arriva da un'infermiera che ha lavorato a lungo nel centro: "L'asportazione non era necessaria"

In Georgia, il centro migranti privato di detenzione della Contea di Irwin rischia di essere bollato come "l'istituto degli orrori". Nell'occhio del ciclone, dopo le accuse di un'informatrice - Dawn Wooten - che ha lavorato qui come infermiera e che è stata rimossa dall'incarico solo lo scorso luglio, è finito in particolare un medico ginecologo accusato di effettuare, sulle donne ispaniche detenute, isterectomie anche senza motivo. 

Un soprannome raccapricciante

Le donne che lamentavano disturbi e che venivano visitate dal medico all'interno del centro, uscivano quasi tutte dal suo studio con una diagnosi di isterectomia. Un caso che fa gelare il sangue nelle vene e proprio per questo l'uomo è stato soprannominato "il collezionista di uteri". Il numero di asportazioni dell'utero operate è stato segnalato infatti come eccessivo e fuori dal normale. La stessa infermiera da cui provengono le accuse ha confidato di non essere mai stata convinta che le donne alle quali l'isterectomia era imposta, avessero realmente bisogno dell'operazione. "Era specialista nel togliere tutto" ha dichiarato Wooten.  

Un "lager sperimentale"?

Oltre all'utero, alle donne venivano spesso asportate anche le ovaie e in un caso - ricorda l'infermiera -, venne rimossa anche l'ovaia sbagliata. Talvolta le pazienti avevano piccole cisti che non necessitavano affatto di intervento oppure erano rimovibili in semplice laparoscopia, senza operazioni drastiche. Le stesse donne dopo la visita sollevavano dubbi e in molte occasioni si lamentavano di non comprendere perchè dovessero sottoporsi all'isterectomia: i problemi a ribellarsi alla decisione del medico probabilmente sorgevano anche per via delle barriere linguistiche. Le detenute hanno addirittura ipotizzato che fosse in atto una sorta di sperimentazione su di loro, "una specie di lager sperimentale".

La denuncia  

Sul caso è stata presentata, dall'informatrice e a nome delle detenute, una denuncia da diverse associazioni per i  diritti umani - Project South, Georgia Detention Watch, Georgia Latino Alliance for Human Rights e South Georgia Immigrant Support Network - che parla inoltre di altre negligenze all'interno dell'istituto di detenzione, quali condizioni igienico-sanitarie discutibili e scarse misure di sicurezza anti covid tra i detenuti. Con il rifiuto di sottoporre quelli con sintomi a tamponi. 

  

Fonte: Mirror →
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