Massimo Galli: che cosa si sa sui concorsi "truccati"
L'infettivologo è accusato di aver pilotato quattro bandi. Gli inquirenti: "Favorì l'assunzione di amici"
Il terremoto della nuova Concorsopoli travolge la Statale di Milano e con lei docenti e ricercatori, presidenti e membri di commissioni d’esame. Tutti accusati a vario titolo di associazione a delinquere, turbativa, falso materiale e ideologico per aver pilotato almeno 13 bandi a favore di candidati loro protetti. Indagati 17 docenti della Statale e 7 di altre università: Bicocca (sempre a Milano), Pavia, Tor Vergata e Sapienza a Roma, Torino, Palermo. Con loro anche i ricercatori che sarebbero stati favoriti nei bandi. Tra i 33 indagati anche l’infettivologo del Sacco Massimo Galli, accusato di aver pilotato quattro bandi. L’indagine del procuratore aggiunto Maurizio Romanelli e dei pm Luigi Furno e Carlo Scalas avrebbe individuato un ''sistematico condizionamento delle procedure per l’assegnazione dei titoli di ricercatore e di professore ordinario e associato alla facoltà di Medicina e Chirurgia'' della Statale.
Coinvolti nell’inchiesta, partita nel 2018 da un caso di corruzione di un dentista che chiede a un docente di favorire i figli nel corso di laurea di Igiene dentale, nomi di primo piano del mondo accademico. In Statale, Riccardo Ghidoni, Pierangela Ciuffreda, Gianguglielmo Zehender, Manuela Nebuloni, Paola Viani, Alessandro Ennio Giuseppe Prinetti, Sandro Sonnino, Agostino Riva, Antonio Schindler, Cristiano Rumio, Pietro Allevi, Antonella Delle Fave, Francesco Auxilia, Gagliano Nicoletta, Tiziana Borsello, Angela Maria Rizzo. E ancora: Claudia Colomba (università di Palermo), Giuseppe Riva (Cattolica di Roma), Guido Angelo Cavaletti (prorettore alla Ricerca alla Bicocca), Vittorio Luciano Bellotti (Pavia), Claudio Maria Mastroianni (Sapienza), Giovanni Di Perri (Torino), Massimo Andreoni (Tor Vergata).
I bandi per cui è indagato Galli
Quattro i bandi per i quali è indagato Galli. Uno riguarda il posto da associato a Malattie infettive al Sacco, vinto da uno dei ricercatori che lavorano con lui. In un secondo caso, ci sarebbe stato il tentativo di favorire due altre collaboratrici del professore (indagato anche il direttore della Asst Fatebenefratelli-Sacco, Alessandro Visconti). Galli, inoltre, avrebbe dovuto decidere anche la composizione della commissione, trovando l’opposizione di Maria Rita Gismondo, altra virologa del Sacco, che aveva minacciato denunce. In un terzo caso Galli avrebbe lavorato per allontanare altri potenziali candidati a favore di un suo prescelto. E infine il professore è indagato anche per la selezione da associato a Scienze mediche a Torino.
Se un candidato a un concorso ha il doppio di pubblicazioni scientifiche rispetto al proprio protetto, basta organizzare quello che la procura di Milano definisce ''un simulacro di competizione''. A leggere le carte dell’inchiesta sulla Concorsopoli alla Statale di Milano, il professor Galli lo avrebbe pianificato quattro volte. Quattro bandi, come quello in cui decide di eliminare la candidatura del primario del Niguarda Massimo Puoti, molto più titolato del suo fedele Agostino Riva, associato presso il dipartimento di Scienze biomediche e cliniche all’ospedale Sacco. Con Riva - hanno scoperto i pm Luigi Furno e Carlo Scalas - Galli aveva una ''lunga contiguità professionale''. Delle 121 pubblicazioni su riviste internazionali di Riva, ben 63 vedono come coautore Galli. E delle 16 allegate al verbale della commissione giudicatrice del concorso, di 9 risultava coautore anche lui. Un ''primo elemento di anomalia'', scrive la procura, ''e non un conflitto d’interessi che avrebbe dovuto imporre a Galli di astenersi dal ricoprire la qualifica di presidente della commissione valutatrice''.
La segretaria: ''Questo finisce in galera''
Come riporta Repubblica, Puoti ha un indice H-index (criterio per valutare quantità e impatto scientifico dei lavori di un candidato) doppio rispetto a Riva. Un problema che rischia di sbarrare la strada al protetto del professore infettivologo. Dalle indagini dei Nas emergono così numerosi incontri tra Galli (presidente di commissione giudicatrice) e Riva (candidato al concorso) in cui in due - insieme alla segretaria di Galli, anche lei indagata, Bianca Ghisi - cercano il modo per pompare il curriculum di Riva e ridurre quello di Puoti. Nasce così per i pm un «accordo preventivo» tra Galli e Riva. In cui si decide di accordare in anticipo un punteggio maggiore ai lavori nei quali i candidati figurano singolarmente, rispetto a quelli in cui compaiono in un gruppo di studiosi. Il 14 febbraio 2020 Galli convoca Riva, attraverso la segretaria, proprio per definire i punteggi. Uno stratagemma che, alla fine, funziona: Riva ottiene 69,01 punti, Puoti 66,04. Ma l’attivismo di Galli manda nel panico chi si occupa materialmente di preparare le pratiche. Come una segretaria amministrativa che esplicita il timore che il professore in questo modo rischia di finire nei guai. Di andare in galera.
Di fronte alla falsa valutazione del suo curriculum, Puoti recepisce il messaggio: quel concorso non è per lui. Secondo quanto ricostruito dalla procura, il docente non protesta, non fa ricorso - potendolo vincere facilmente - al Tar, ma decide di revocare la candidatura. E lo fa parlandone direttamente con Galli. In maniera cordiale, con la promessa da parte dell’infettivologo del Sacco che sarà appoggiato in una futura selezione. E ieri, dopo la notizia dell’indagine, Puoti ha rinnovato la propria solidarietà a Galli: ''Io non ho presentato denuncia e non so come sia partita la cosa - ha precisato - . Non voglio fare commenti sulle indagini in corso ma voglio esprimere la mia massima stima a Massimo Galli, come professionista, medico e docente''.