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Venerdì, 29 Marzo 2024

Terremoto dell'Aquila, solo 9 colpevoli per le vittime: e ora arriva la prescrizione

Fa discutere l'articolo di Paolo Fantauzzi sull'Espresso. Paga solo una manciata di persone e a inizio ottobre un colpo di spugna finale cancellerà le ultime inchieste ancora in piedi

L'inchiesta del settimanale l'Espresso farà discutere. Complessivamente, per i morti del terremoto dell'Aquila solo 9 persone sono state giudicate colpevoli: a fermare i processi arriva anche la prescrizione. Paolo Fantauzzi racconta la dinamica dei processi: responsabilità difficili da stabilire e perizie contrastanti. A ciò bisogna aggiungere che molti vecchi edifici erano costruiti da tecnici ormai defunti.

Paga quindi solo una manciata di persone e tra poco (a inizio ottobre) un colpo di spugna finale cancellerà le ultime inchieste. Succederà lo stesso anche ad Amatrice e Accumoli? Anche dopo il sisma del 6 aprile 2009  la magistratura si mise subito al lavoro, ma alla fine su circa 200 fascicoli d’indagine aperti solo una quindicina hanno raccolto elementi sufficienti per arrivare a dibattimento. 

Si contano sulle dite di due mani le inchieste che si sono concluse in Cassazione con delle condanne, nove in tutto: quattro per il crollo della Casa dello studente (costato la vita a otto ragazzi), due per il Convitto nazionale (in cui persero la vita tre minorenni), altrettante per il collasso della facoltà di Ingegneria, più l'ex vice capo della Protezione civile Bernardo De Bernardinis , cui sono stati inflitti due anni di reclusione per l’informazione “imprudente” e “scorretta” 

Nelle aule di giustizia molti altri casi si sono conclusi con l’assoluzione, spesso chiesta direttamente dall’accusa. «Processi del genere sono molto complessi» spiega all'Espresso il sostituto procuratore Fabio Picuti, che li ha seguiti tutti: «Molte case erano costruite con tecniche di un secolo fa, quando le norme antisismiche non erano ancora in vigore, e questo ci ha spinto a chiedere l’archiviazione. In altri casi si trattava di edifici realizzati male in partenza ma decenni fa, e i progettisti erano morti o molto anziani e quindi incapaci di affrontare i processi. E poi non bisogna dimenticare che per giungere a una condanna bisogna dimostrare un nesso causale fra i crolli e i lavori di ristrutturazione: si rivelano fondamentali le perizie e non sempre si riescono a provare condotte colpevoli.

Fonte: L'Espresso →
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