Dimentica di versare un centesimo all'Inps: ora dovrà pagare 66 euro

ROVIGO - E' davvero emblematica la storia di Luciano Giaretta, agricoltore veneto di 61 anni residente a Villadose, in provincia di Rovigo.

L'uomo, che gestisce un'azienda agricola dove coltiva cereali e alleva bestiame, è caduto nella "trappola" di Equitalia (tenuta a riscuotere per legge i tributi) per un errore nel pagamento dei contributi all'Inps.

Un errore davvero minimo: un centesimo non pagato che si trasforma in un debito di 66 euro. Ben seimilacentoquindici volte la cifra iniziale.

Nel 2009, la cifra da versare all'Inps dal signor Giaretta era di 3.363,01 euro. Il 61enne però, come spiegato su La Stampa, fa lo sbaglio di arrotondare la cifra al minimo, e il centesimo viene omesso nel pagamento dei suoi contributi.

Quattro anni dopo è arrivato il sollecito di pagamento dell'Inps e Luciano Giaretta, che ha conservato le carte, consegna tutto all'Ente previdenziale e a Equitalia. Tutto finito? Macché.

Arriva una missiva, datata 13 giugno, in cui il direttore dell’Inps di Rovigo segnala che “da controlli effettuati sulla sua posizione contributiva è emersa la necessità di apportare le variazioni di seguito riportate”. Voilà: 55,28 euro da pagare, per quel centesimo perso per strada. “Non ho dato bada in quel momento: dovevo lavorare nei campi, era il periodo della mietitura”. Poi scattano gli interessi di mora, che fanno lievitare la cifra a 66,15 euro, che Giaretta non deve più saldare all’Inps, ma a Equitalia, tenuta a riscuotere la cifra per legge. 

E i conti adesso tornano: il versamento effettuato ora dal signor Giaretta è di 66,15 euro, di cui 55,29 euro richiesti dall’Inps e la restante parte, stabilita dalla legge, composta da 5,88 euro per diritti di notifica e 4,98 per compensi di riscossione.