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Venerdì, 29 Marzo 2024

"Rischiamo un milione di contagi a metà novembre"

Il rischio curva esponenziale nelle simulazioni: ricoveri oltre 60mila, terapie intensive a 5.700. L’impennata di contagi iniziata 15 giorni dopo l’apertura delle scuole

Barbara Fiammeri sul Sole 24 Ore riporta la previsione fatta da un gruppo di ricercatori dell’Università e del Policlinico di Pavia, del Politecnico di Milano e delle Università di Udine e di Trento sull'andamento dell'epidemia di coronavirus: già a metà novembre, senza interventi efficaci, potremmo arrivare a sfiorare 1 milione di contagi, con oltre 60mila ricoverati di cui 5.700 in terapia intensiva e 600 decessi giornalieri.

Per capirne la portata basta fare un confronto: l’8 marzo, alla vigilia del lockdown nazionale, i ricoverati erano 3.500 e 650 i pazienti in terapia intensiva. Soltanto 3 settimane dopo eravamo passati a 28.400 ospedalizzati e 4mila in terapia intensiva. I decessi nel frattempo erano raddoppiati: da 366 a oltre 700 al giorno.

Come allora anche oggi, in Italia e non solo, «l’andamento di tutte le curve è evidente ed esponenziale. Siamo come un Tir che va dritto contro un muro, per frenare abbiamo bisogno di cominciare per tempo altrimenti ci schianteremo», conferma Giuseppe De Nicolao che all’Università di Pavia insegna analisi dei dati e che assieme agli altri colleghi, tra cui l’infettivologo primario del Policlinico di Pavia, Raffaele Bruno, ha studiato l’andamento del virus: «Il sistema ospedaliero è già in sofferenza se non interveniamo subito poi ci vorrà molto più tempo per tornare indietro», insiste.

Ma sulle misure assunte dal Governo non si sbilancia perchè «non ci sono dati che ci permettano di capirne l’incidenza sull’Rt» ovvero quanto siano utili ciascuna delle nuove prescrizioni - dalla chiusura alle 18 di bar e ristoranti allo stop di piscine e palestre -a frenare la diffusione del contagio. Quel che invece è certo è che se non funzioneranno andremo a sbattere.Anche Enrico Bucci,professore di Biologia alla Temple University di Philadelphia, mette l’accento sulla disponibilità di dati credibili.

«Se quelli sulla positività arrivano in ritardo per la saturazione del sistema sanitario e per di più con un ritardo diverso da regione a regione» e così avviene anche per ricoveri e le terapie intensive («che non riflettono i flussi di ingresso») e persino per i decessi, diventa difficile se non impossibile poter valutare «la reale situazione epidemiologica». Di qui anche le opinioni diverse tra esperti, «la breccia - constata Bucci - in cui si infila l’epidemia e grazie alla quale perdiamo il controllo».

"La Lombardia verso il lockdown totale"

Fonte: Il Sole 24 Ore →
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