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Martedì, 23 Aprile 2024

"Avete preso per mano nostro padre, grazie per averlo salvato"

La lettera di Fulvia e Francesca al personale dell'ospedale Sacco di Milano: "Non vi siete limitati a somministrare farmaci, seguire terapie e protocolli. Lo avete coccolato con premura e attenzione"

"Dopo 40 giorni di ospedale nostro padre è tornato a casa. In queste terribili circostanze, il tempo non si misura in ore, giorni, settimane; in queste situazioni il tempo è dilatato e compresso al contempo e si misura in momenti di angoscia, di paura, di speranza, di preghiera, di attesa. Ma fortunatamente i giorni bui sono passati. Nostro padre ha combattuto come un leone e noi insieme a nostra madre, seppur lontane, ci siamo strette a lui con amore, con la preghiera e con l’incondizionata fiducia in coloro che si stavano prendendo cura di lui".

Così si legge in una lettera inviata a MilanoToday da Fulvia e Francesca, due lettrici che dopo la guarigione del papà hanno voluto rendere pubblica la loro riconoscenza nei confronti di chi ha lottato ogni giorno per salvargli la vita.

"Il nostro grazie immenso - scrivono - e la nostra eterna riconoscenza vanno a tutto il Personale Medico, Infermieristico e agli Operatori Sanitari del reparto di Pneumologia dell'ospedale Luigi Sacco. Grazie per la vostra professionalità, competenza, efficienza ed umanità. Non vi siete limitati a somministrare farmaci, seguire terapie e protocolli, voi avete ‘coccolato’ nostro padre con premura e attenzione. Grazie per aver lottato con lui, prendendolo per mano e aiutandolo a combattere la sua battaglia che è diventata la battaglia di tutti noi. Grazie per non aver desistito un solo istante. Grazie per averlo salvato".

E ancora: "Un ringraziamento speciale - si legge ancora - va ai Dottori Negretto, Raiteri, Radovanovic e alla D.ssa Mutti; all'infermiera che per nostro padre è sempre stata ‘Gioia’, a quella gentile che gli ha fatto trovare a sorpresa gli ovetti di cioccolato nella custodia degli occhiali, e a Serena, per averlo salutato l’ultimo giorno regalandogli la Colomba pasquale che tanto aveva desiderato mangiare in questi giorni. Grazie a chi ha aiutato con le videochiamate e alle fisioterapiste. Vorremmo citarvi uno ad uno, ma non ci è possibile; sappiate comunque che siete stati sempre nelle nostre preghiere, e la nostra riconoscenza per voi è e sara’ sempre infinita. Ora possiamo finalmente dire: bentornato a casa papà". E anche noi ci stringiamo nell'abbraccio.

Fonte: MilanoToday →
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