Coronavirus, parla Borrelli: "Non sappiamo quando ne usciremo, Sud ancora a rischio"

"Non sappiamo quando ne usciremo. Una cosa però è certa: senza le misure messe in campo dal governo, le nostre strutture ospedaliere avrebbero sofferto molto di più e oggi conteremmo un numero di morti decisamente superiore". Lo dice il capo della Protezione civile Angelo Borrelli intervistato da Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera a proposito dell'emergenza coronavirus.

In merito al picco dei contagi Borrelli ha precisato: "Le analisi sulla curva epidemiologica spettano agli scienziati del Comitato tecnico-scientifico. Certamente c'è una frenata dei positivi che necessitano di cure ospedaliere. E' certo - ha ribadito Borrelli - che senza queste misure ci sarebbero stati molti più morti e questo è un dato confortante. Vuol dire che nei prossimi giorni avremo un piccolo margine per consentirci di affrontare un'eventuale recrudescenza della curva".

Una riflessione, poi, sul Mezzogiorno e sulla necessità di rispettare le prescrizioni di contenimento, agendo per il bene comune oltre che per il proprio. "La "fuga" dal nord verso il sud nelle prime settimane di marzo è stato un evento molto grave e certamente ha contribuito ad un incremento della diffusione del virus nelle altre Regioni. Ora la situazione nei territori del nord resta la più drammatica, ma il sud è ancora a rischio. Nessuno può e deve pensare di poter abbassare la guardia: il virus ha dimostrato di poter attraversare oceani e continenti".

Nell'intervista al Corriere della Sera, Borrelli ha parlato anche del dopo, quando "ripercorrere quel metro che oggi ci separa sarà molto difficile" e "dovremmo essere abili a riavvicinarci all’altro gradualmente. Mi auguro che possa riemergere un sentimento di comunità e che il bene comune torni ad avere la giusta quota di attenzione e di cura".