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Venerdì, 19 Aprile 2024

Dottoressa in prima linea contro il coronavirus muore suicida, il padre: “Sia ricordata come un’eroina”

Il caso della dottoressa Lorna M. Breen, medico di punta di uno dei pronto soccorso impegnati a New York contro il coronavirus

“Ha provato a fare il suo lavoro, e questo l’ha uccisa”. A parlare così è il padre della dottoressa Lorna M. Breen, 49enne professionista in un pronto soccorso di Manhattan in prima linea contro il coronavirus, che si è tolta la vita domenica scorsa. La dottoressa, che lavorava al New York-Presbyterian Allen Hospital è morta nella casa di famiglia a Charlottesville, in Virginia. La notizia della sua scomparsa è stata confermata, oltre che dal padre, anche dalla polizia, come riporta il New York Times

Il padre della dottoressa Breen, medico a sua volta, ha detto che la figlia aveva contratto il coronavirus ed era tornata al lavoro dopo un periodo di isolamento di circa una settimana e mezzo, ma poi l'ospedale l'aveva rimandata a casa. A quel punto la famiglia ha insistito affinché ritornasse a Charlottesville. 

Il dottor Breen ha assicurato che la figlia non aveva mai avuto disturbi mentali. L’ultima volta che si erano parlati, ha ricordato, lei sembrava molto distaccata e lui aveva avuto l’impressione che non fosse serena. “Era davvero nelle trincee in prima linea”, ha ricordato il dottor Breen: la figlia gli aveva raccontato di essersi sentita impotente davanti a pazienti già morti praticamente ancora prima di essere portati fuori dalle ambulanza, senza poter far niente per aiutarli. Breen vuole che la figlia sia ricordata come un’eroina, “perché lo era”, oltre ad essere “una vittima tanto quanto le altre persone che sono morte”. 

In una nota, l’ospedale per cui lavorava la dottoressa Breen ha parlato di lei come “un’eroina che ha portato i più alti ideali della medicina nelle impegnative prime linee del pronto soccorso”, assicurando il proprio supporto alla famiglia, agli amici e ai colleghi “alle prese con questa notizia durante quello che è già un periodo straordinariamente difficile”. 

Molti colleghi in queste ore hanno ricordato la grande professionalità e l’impegno di Lorna M. Breen, sottolineando al tempo stesso le difficoltà psicologiche e lo stress che la crisi generata dalla diffusione del coronavirus, con New York come epicentro, sta creando nei professionisti sanitari: abituati a farsi trovare pronti davanti a qualsiasi tipo di tragedia, raramente devono infatti preoccuparsi di essere esposti loro stessi al rischio di ammalarsi oppure di infettare colleghi, amici o familiari, come invece sta accadendo ora. 

Fonte: New York Times →
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