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Giovedì, 18 Aprile 2024

Coronavirus, l'operatrice del Trivulzio: "Interi reparti decimati, ci dicevano di togliere le mascherine"

L'inchiesta di MilanoToday sulle Rsa lombarde divenute epicentro del contagio. Parlano operatori sanitari e parenti delle vittime: video

"Tamponi non ne sono stati fatti a nessuno, autopsie tantomeno. Per cui questi vecchietti stanno morendo di qualcosa che non si sa cosa sia, però stanno morendo". È l’accusa gravissima lanciata da un'operatrice sanitaria del Pio Albergo Trivulzio, la residenza per anziani su cui sta indagando la Procura di Milano e dove si conterebbero quasi duecento morti per coronavirus. "Chi da fuori si portava le mascherine per poter tutelare gli ospiti veniva spinto a tirarle via" racconta a MilanoToday la dipendente dell'istituto. "Giravano per i reparti facendo terrorismo, dicendo che se non ci fossimo tolti le mascherine saremmo stati licenziati o richiamati, insomma avremmo avuto delle ripercussioni". 

E ancora. "Noi abbiamo iniziato ad avere questi dispositivi verso la fine di marzo, ed è per questo che c’è stato il macello. Secondo me in realtà hanno cercato di nascondere la polvere sotto il tappeto, no? Dicendo che non stava succedendo nulla per cui le mascherine non servivano". 

Al Trivulzio "tante morti non vengono realmente rese note" denuncia ancora l'operatrice che per ovvie ragioni ha chiesto di rimanere anonima. "Anzi i bollettini io non li ho neanche più visti. Perché inizialmente ogni 48 ore arrivava una circolare e poi alla fine sono spariti per cui in realtà non so dirti di preciso quanti decessi ci siano stati, ma ti posso dire che ci sono dei reparti completamente decimati". 

Coronavirus, l'inchiesta di MilanoToday sulle Rsa lombarde: video

La figlia di un'anziana morta in una Rsa: "Nessun tampone"

E inquietante è anche quello che racconta la figlia di un’anziana ospite nella Rsa 'Anni azzurri' di Milano e morta il 6 aprile scorso. "Da quando sono iniziati i sintomi, nel giro di quattro giorni la mamma è deceduta. Avendo anche la febbre era un caso sospetto Covid", ma "mia mamma non è mai stata sottoposta a tampone. Avevo parlato anche con il direttore sanitario della struttura che mi ha confermato che loro non fanno tamponi. Sostanzialmente loro non sapevano se avevano casi Covid".  Nonostante l'anziana non sia mai stata sottoposta al test "io ho il permesso di trasporto della salma - dice la donna mostrando il documento - e qui c’è scritto che la salma era 'infettiva'. Si è arrivati a una situazione in cui si decide chi è sacrificabile". 

Malgrado le varie richieste regolarmente registrate e documentabili non è stato possibile intervistare né i dirigenti delle Rsa coinvolte né l’assessore regionale al welfare Giulio Gallera, spiegano Carmine Ranieri Guarino e Giampaolo Mannu, autori dell'inchiesta pubblicata oggi su MilanoToday (qui l'articolo integrale). Molte le testimonianze raccolte per cercare di capire cos’è successo all’interno delle Rsa lombarde diventate epicentro del contagio. 

Mascherine di carta e cuffie da cucina in testa

"Hanno giocato con le nostre vite", dice un'operatrice sanitaria della Rsa San Giorgio di via Quadrio. "All’inizio ci hanno dato delle mascherine di carta, tipo carta igienica e lavoravamo con le cuffie da cucina in testa. Poi - ricorda - sono arrivate le mascherine chirurgiche, ma gli ospiti non le avevano e quindi erano praticamente inutili". E così lei si è ammalata: "Alla signora che assistevo io hanno fatto il tampone ed è risultata positiva - racconta mentre tossisce e fa fatica anche soltanto a respirare -. Venerdì sono stata male mentre ero al lavoro, il mio fisico è crollato". Così è finita in ospedale, è stata sottoposta al tampone e sabato è arrivato il responso: positiva. 

"Ma chi lavora non ha diritto al tampone - recrimina l'Oss -. Ci sono colleghi che sono in malattia da 20 giorni e ancora non hanno avuto il test. Da noi manca almeno il 60% del personale". E questo vuol dire soltanto una cosa: "Ci sono anziani che non sono curati a dovere - rivela -. Non si riesce ad arrivare a tutti gli ospiti, ci sono delle mancanze, dobbiamo fare una selezione".
 

Fonte: MilanoToday →
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