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Mercoledì, 24 Aprile 2024

Cosa succede all'Italia se Atene va in default

Il nostro Paese è esposto per 35,9 miliardi nei confronti della Grecia e in caso di bancarotta il rischio di insolvenza è molto alto. Senza contare le ripercussioni sui mercati e sull'export italiano. Secondo Standard & Poor's l'Italia potrebbe pagare un conto di 11 miliardi

Secondo il ministro Pier Carlo Padoan, tra prestiti diretti e partecipazione ai meccanismi di salvaguardia europei, l’Italia è esposta per 35,9 miliardi nei confronti della Grecia (stime precedenti parlavano invece di una cifra compresa tra i 45 e i 60 miliardi). 

Il titolare del tesoro sostiene inoltre che i soldi prestati al Paese ellenico sarebbero già tutti già a bilancio. Quindi se la partita dell’Eurozona con la Grecia dovesse concludersi in modo negativo non ci sarebbero effetti drammatici sul debito italiano. 

Ma che ne sarebbe di questo denaro nel caso in cui la Grecia uscisse dall’Ue? Qualche settimana fa il presidente dell’Eurogruppo Dijsselbloem ha ricordato che se "un Paese lascia l’Eurozona il suo debito resta".

IL DEBITO - Un default di Atene non significherà dunque un azzeramento del debito, ma è tutto da vedere se, in caso di bancarotta, la Grecia sarà in grado di onorare gli impegni con i creditori.

Sono in pochi ormai a credere che Atene riesca a ripagare per intero il suo debito. Negli ultimi giorni si è dunque fatta strada l’ipotesi - per ora respinta dall’Ue, e in particolare dalla Merkel - di una possibile ristrutturazione del debito. In questa ipotesi i Paesi creditori potrebbero "accontentarsi" di avere indietro soltanto una parte del denaro prestato alla Grecia.

RISCHIO SPECULAZIONE - L’uscita della Grecia dall’Eurozona potrebbe inoltre avere pesanti ripercussioni sui mercati innescando nuove speculazioni sui titoli di Stato dei Paesi ritenuti a rischio insolvenza (come l’Italia) . Secondo Il Sole 24 Ore un rialzo permamente di 2 punti percentuali dei rendimenti costerebbe al nostro Paese circa 4/5 miliardi all’anno. 

(Va detto che rispetto al 2011, quando lo spread italiano salì ben oltre i 500 punti, la Bce si è dotata di meccanismi di protezione. L’ultimo e il più importante è proprio il Quantiative Easing della Bce, cioè il massiccio piano di acquisto di titoli sul mercato secondario dei Paesi dell’area Euro). 

CREDITO "PRIVATO" - Secondo l’Huffington Post, rispetto al passato la quota di titoli di stato greci nel portafoglio degli Italiani si è ridotta sensibilmente.  Anche l’esposizione delle nostre banche sul debito ellenico è sensibilmente diminuita. Come ha mostrato uno studio del think tank Bruegel oggi è di 800 milioni di euro. Nondimeno anche in questo caso il rischio di insolvenza esiste. 

EXPORT - Vanno poi messe in conto anche le possibili conseguenze sull’export: per le nostre aziende un default greco vorrebbe dire mettere in pericolo i rapporti commerciali in atto e i relativi crediti. Citando il capo economista di Intesa San paolo Gregorio De Felice, il Corriere della Sera ha ricordato che la quota di esportazioni italiane nel Paese vale però solo lo 0,9% del totale, lo 0,2% del Pil.

UN CONTO DA 11 MILIARDI -  Sul 'caso' oggi si è espressa anche l'agenzia di rating Standard & Poor's, secondo cui un'uscita della Grecia dall'Eurozona potrebbe costare all'Italia 11 miliardi di euro di maggiori oneri sul debito pubblico. Il nostro Paese, stima S&P, fronteggerebbe l'aumento "più grande in assoluto" all'interno dell'Eurozona, a cui l'addio di Atene potrebbe costare in tutto 30 miliardi nel periodo 2015-2016.

Secondo S&P "gli effetti sulle economie dell'Eurozona si faranno sentire principalmente attraverso rendimenti più alti" da pagare sui titoli di Stato. Infatti, essendo la Grecia "una economia piccola e tradizionalmente più chiusa" di altri Paesi dell'Eurozona, "gli effetti diretti sugli scambi commerciali" sarebbero "limitati". 

Fonte: Huffington Post →
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