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Venerdì, 19 Aprile 2024
La novità da una ricerca

Il Covid potrebbe provocare disfunzione erettile per mesi e mesi dopo la guarigione

La novità è frutto di uno studio riportato dalla rivista World Journal of Men's Health, dove si legge come i ricercatori abbiano di fatto scoperto che il coronavirus possa provocare problemi al pene

Chissà quante cose ci sono del coronavirus che ancora dobbiamo scoprire. Difficile prevedere tutti gli effetti a medio e lungo termine di una patologia che, ancora oggi, è in una fase di continua evoluzione con centinaia di varianti, molte delle quali diverse fra loro, che si diffondono in tutto il mondo. Adesso pare che il Covid possa anche essere causa di disfunzione erettile per diversi mesi dopo la ripresa del paziente dalla malattia. A segnalarlo è un gruppo di scienziati dell'Università di Miami, che ha analizzato il tessuto del pene di due pazienti Covid guariti, uno di 65 anni e l'altro di 71. Certo, sono 2 casi singoli e non sono un campione che ci possa portare con certezza a stabilire una correlazione diretta tra il Covid e la disfunzione erettile, ma attenzione perché il sospetto dei ricercatori non è basato sul nulla, ma su delle precise differenze riscontrabili tra chi ha problemi di erezione senza aver avuto il virus e chi inizia a soffrire di questo problema dopo aver superato la fase acuta del Covid.

Lo studio è stato riportato dalla rivista World Journal of Men's Health, dove si legge come i ricercatori abbiano di fatto scoperto che il virus, in chi lo avesse contatto, fosse ancora presente all’interno del tessuto del pene, che comporta un danno alla vascolarizzazione dei genitali maschili, dunque rendendo più difficile la completa irrorazione sanguigna del pene.

Sicuramente 2 casi non sono abbastanza per stabilire un chiaro rapporto causa-effetto fra Covid e disfunzione erettile, anche perché, e questa è un’altra delle ipotesi avanzate dagli scienziati, i problemi al pene potrebbero anche essere effetti non tanto della presenza di Sars-CoV-2, quando di effetti collaterali dovute a danni ad altre zone del corpo, per Covid. In questo caso la disfunzione erettile sarebbe una conseguenza sì, ma solo indiretta. Resta il fatto che i ricercatori hanno confrontato i campioni di tessuto dei due uomini con quelli di persone con lo stesso problema, ma che non erano stati contagiati. Il risultato? Livelli di un enzima coinvolto nell'attivazione dell'erezione (eNOS) inferiori nei pazienti Covid, che avevano anche un problema ai vasi sanguigni chiamato disfunzione endoteliale.

Insomma delle differenze ci sono e questo, secondo gli esperti, è l’indizio di un ulteriore controindicazione del Covid sugli uomini. Motivo per cui Ranjith Ramasamy e Eliyahu Kresch, due dei ricercatori che hanno condotto il piccolo studio, suggeriscono di tenere sempre bene a mente che il Covid è sempre meglio non prenderlo affatto.

Fonte: Miami New Times →
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