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Giovedì, 28 Marzo 2024
Corsi e ricorsi

"Il virus rallenta e noi stiamo rifacendo lo stesso errore dell'estate 2020"

Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, componente del Comitato tecnico scientifico: "Il Sars-CoV-2 è pericoloso oggi come lo era a marzo scorso e come lo sarà a marzo del 2021 se non saremo stati intelligenti durante le festività di fine anno"

Che settimane ci aspettano? In vista delle Feste, gli esperti lanciano l'allarme. "Il virus è ancora lì e si diffonde sempre allo stesso modo, è pericoloso oggi come lo era a marzo scorso e come lo sarà a marzo del 2021 se non saremo stati intelligenti durante le festività di fine anno. In Italia ci sono stati 30.000 decessi per il coronavirus da quando, a fine maggio, qualcuno disse che il virus clinicamente non esisteva più". Così, in una intervista al "Corriere della Sera", Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani, componente del Comitato tecnico scientifico.

Ippolito (Spallanzani): "Stiamo rifacendo lo stesso errore"

"I timori" di oggi, continua Ippolito, "sono gli stessi che noi, Cassandre inascoltate, avevamo quando a giugno-luglio si pensava di aver superato l'epidemia e si riaprivano le discoteche. Il risultato ce l'abbiamo sotto gli occhi ancora adesso. Al primo cenno di rallentamento dell'epidemia stiamo commettendo lo stesso identico errore: ma allora la storia non ci ha insegnato nulla!".

"Merkel - osserva Ippolito - è andata in tv a scongiurare i suoi concittadini di limitare i contatti e rimanereacasa il giorno in cui è stato raggiunto il record di 590 decessi. In Italia muoiono in media 600 persone al giorno dall'inizio di novembre, ma sembra che la cosa non interessi a nessuno". Su un ipotetico obbligo di vaccinazione, Ippolito dice: "Occorre convinzione e non costrizione. Come ho avuto modo di dire qualche giorno fa, non sono convinto delle misure obbligatorie. Ma questo non esclude che ci possano essere attività, professionali e non, per svolgere le quali sia richiesto il vaccino a tutela degli altri".

Perché l’Italia è il Paese con più morti?

"Vorrei avere una risposta convincente ma non ce l’ho. Certo, abbiamo una popola- zione con una età media mol- to elevata, ma è così anche in Giappone dove a oggi ci sono stati meno di tremila decessi. È vero che in Italia molte per- sone anziane, le più vulnera- bili, vivono nella stessa abita- zione conifigli einipoti e questo le espone maggior- mente al contagio, ma anche questa è una risposta parziale"

Fonte: Corriere della Sera →
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