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Giovedì, 25 Aprile 2024
Terapie

Covid, Remuzzi: "Ormai sappiamo come spegnerlo sul nascere"

Aspirina, nimesulide, celecoxib "in genere garantiscono un miglioramento in tre-quattro giorni" e "se non basta si passa al cortisone e all’eparina", assicura l’ematologo e nefrologo Giuseppe Remuzzi

"Il Covid è un'infiammazione, il segreto è spegnerla sul nascere". Ne è convinto l'ematologo e nefrologo Giuseppe Remuzzi, direttore dell'Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri di Milano, che in un'intervista a Libero ha ricordato come al momento ci siano "oggi diverse terapie anti-Covid che vengono usate con successo negli ospedali italiani". Per il trattamento, "aspirina, nimesulide, celecoxib in genere garantiscono un miglioramento in tre-quattro giorni. Se non basta, si passa al cortisone e all’eparina. Con gli antinfiammatori il Covid si può curare a casa nella stragrande maggioranza dei casi".

Per quanto riguarda la campagna vaccinale e il ricorso alla terza dose, Remuzzi ha ricordato che "già le somministrazioni quotidiane della terza dose superano quelle della prima. Io, come medico, l'ho già fatta e ritengo che debbano farla tutti gli anziani". L'esempio di Israele per quanto riguarda l'ipotesi di ripetere il vaccino ogni sei mesi, secondo Remuzzi non può essere al momento preso in considerazione perché "è stato per esempio dimostrato che la terza dose ha un'efficacia maggiore e più duratura".

Per Remuzzi la figura cardine della svolta nella lotta alla pandemia è stato il generale Figliuolo. Il commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 "ha rivoluzionato l'organizzazione inserendo una novità semplicissima: se avete problemi, telefonatemi, io ho un'organizzazione che riesce a mobilitare le Asl. La chiave di volta sono stati esercito e Protezione Civile".

Ma mentre la campagna vaccinale prosegue anche in Italia, è inevitabile non considerare anche i milioni di italiani non vaccinati per scelta e diffidenza. Per Remuzzi, però, i no vax "non sono poi così tanti, se l'87% degli italiani ha fatto almeno una dose, e quindi farà a breve la seconda" e per questo lancia un appello: "Enfatizziamo le notizie positive, non i pochi casi sfortunati". In ogni caso, ammette, "c'è poco da fare con chi non si fa convincere dall'evidenza dei fatti. Se il vaccino ti spaventa più di restare chiuso a casa tre mesi in lockdown o morire solo e intubato, non c'è comunicazione che possa convincerti", conclude.

Fonte: Libero →
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