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Venerdì, 19 Aprile 2024

Aiuto, si è spaccato il Cts: "Rigoristi contro tolleranti"

"La discussione sull’opportunità di chiudere palestre e piscine è andata avanti per oltre tre ore" racconta Sarzanini sul Corriere. Le posizioni erano molto lontane, poi la mediazione

Il Cts ha svolto un ruolo importante in questi mesi. Creato da un'ordinanza del capo dipartimento della protezione civile del 3 febbraio e poi istituito per decreto del commissario per l'emergenza Angelo Borrelli, ha  lo scopo - lo ricordiamo - di fornire consulenza in merito all'adozione delle misure di prevenzione necessarie a fronteggiare la diffusione del coronavirus. È composto da dirigenti del settore già inseriti nella pubblica amministrazione, a cui quindi non sono dovuti compensi o gettoni di presenza. La composizione è stata più volte integrata da esperti in relazione a specifiche esigenze, tenuto conto della situazione di crisi e per dare continuità alle attività emergenziali, anche nella prospettiva della fase di ripresa graduale delle attività sociali, economiche e produttive.

Le posizioni diverse all'interno del Cts

Agostino Miozzo svolge le funzioni di coordinatore del Comitato. Ma all'interno del Cts ci sarebbero frizioni: lo racconta oggi sul Corriere della Sera Fiorenza Sarzanini: "La discussione sull’opportunità di chiudere palestre e piscine è andata avanti per oltre tre ore e alla fine il Comitato tecnico scientifico si è diviso. Per la prima volta dall’inizio della pandemia, il verbale consegnato al governo dà conto delle diverse posizioni degli esperti. L’argomento era importante, ma non cruciale per la gestione dell’epidemia".

E per questo la spaccatura appare il sintomo di un problema più serio: la divisione tra chi vuole massimo rigore e chi ritiene che non sia ancora il momento di fermare le attività.

Per lo stop delle palestre erano il presidente dell’Istituto superiore di Sanità Silvio Brusaferro, quello del Consiglio Superiore Franco Locatelli e il direttore scientifico dello Spallanzani Giuseppe Ippolito. Non così la pensavano i tecnici: il coordinatore Agostino Miozzo, Fabio Ciciliano, ma anche medici come il professor Ranieri Guerra, il primario di Anestesia del Gemelli Massimo Antonelli, l’ispettore della Sanità militare Nicola Sebastiani.

"Se chiudiamo le palestre, come facciamo a lasciare aperte le sale Bingo?".

Poi si media, e Conte dà una settimana di tempo per riscrivere i protocolli: i 7 giorni dati a palestre e piscine hanno fatto molto discutere.

Fonte: Corriere della Sera →
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