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Martedì, 23 Aprile 2024
Aiuti in arrivo

Decreto Ristori Bis, più soldi ai bar (ma non ai ristoranti): e sorridono le partite Iva

Tra oggi e domani dovrebbe arrivare il provvedimento, i tecnici sono al lavoro. Si aggiungeranno nuovi codici Ateco, e ci sono alcune categorie che saranno aiutate "al 200 per cento"

Questione di ore, non di giorni, il decreto "Ristori bis". Si lavora a un meccanismo per aiutare in automatico, senza ritardi né intoppi, anche attività ed esercizi commerciali di regioni che dovessero salire di "fascia" in futuro, nel corso del mese di novembre. Sul tavolo però ci sono meno di 2 miliardi di euro per contributi a fondo perduto, oltre che per la cancellazione della seconda rata dell’Imu, la conferma delle detrazioni fiscali sugli affitti oltre a Cig e decontribuzioni.

Secondo la Fipe-Confcommercio. nei prossimi 30 giorni è prevista la sospensione dell`attività di circa 90mila pubblici esercizi, il 27% del totale, con 1,6 miliardi di euro di consumi in meno e 306mila lavoratori costretti a casa. Tutto questo nelle sole zone rosse dove verranno applicati i provvedimenti maggiormente restrittivi.

Decreto Ristori Bis: tutti i contributi a fondo perduto

Sì, si aggiungeranno nuovi codici Ateco relativi alle attività, per dare una mano anche a tutti quei soggetti esclusi dal «Decreto 1». Il nuovo decreto di sostegno all'economia premierà i bar delle Regioni finite in "zona rossa" che si vedranno aumentare i sussidi di un buon terzo, ma non i ristoranti secondo quanto scrive oggi Paolo Baroni sul quotidiano La Stampa. Sono solo indiscrezioni, e bisognerà aspettare di leggere il testo, ma il provvedimento prevederebbe (condizionale d'obbligo) per bar, pasticcerie e gelaterie, anziché il 150% degli importi ricevuti nei mesi passati a causa del lockdown, il 200%, come per tutte le altre attività nuove e vecchie sottoposte a chiusura.

I ristoranti, che come le palestre ed i cinema in virtù del «Decreto ristori 1» erano già attestati su questa soglia, invece, non avranno aumenti. Nonostante il moltiplicarsi di proteste e gridi d’allarme da parte di associazioni e categorie più di 1,5-1,6 miliardi il governo col nuovo Decreto non riesce ad impegnare.

Ci sono anche notizie meno confortanti: l’iter del "Ristori 1" in Senato è all'inizio, ma i tecnici hanno già espresso dubbi su 3,5 miliardi di coperture ricavate dai risparmi derivanti dai soldi previsti ma non spesi con i decreti «Rilancio» e «Agosto». Tecnicamente il nuovo decreto "Ristori Bis" sarà assorbito dal "Ristori 1": l’Agenzia delle Entrate dovrà fare i nuovi bonifici nel giro di 15 giorni. Si esclude un nuovo scostamento di bilancio per reperire altri fondi

Buona notizie per le Partite Iva: per sostenere tutti i soggetti toccati indi- rettamente dai provvedimenti «sanitari», compresi gli autonomi, si farà ricorso anche ai 4 miliardi del fondo anti-Covid inserito nella manovra.

Perché i centri commerciali protestano

Intanto c'è chi si arrabbia. Il Consiglio Nazionale dei Centri Commerciali, Cncc, chiede una immediata revisione del testo del nuovo Dpcm al fine di evitare che i centri commerciali subiscano una grave disparità di trattamento e discriminazione rispetto a strutture di vendita caratterizzate da analoghe dimensioni e rischi di affollamento, e ribadisce la necessità dell'intero settore di poter beneficiare del programma di ristori che verrà predisposto dal Governo, soprattutto qualora gli articoli 1 e 3 del Dpcm dovessero essere confermati nella loro attuale forma. Nel nuovo Dpcm spiega il Cncc scompare l'articolo 1 del riferimento alle "Medie e Grandi Strutture di vendita", dando vita a "un'immotivata, ingiustificata e ingiustificabile discriminazione" fra le attività presenti all'interno o all'esterno di un centro commerciale e a una "grave distorsione della leale concorrenza", se il criterio adottato è effettivamente quello del potenziale rischio di assembramento o di mancato rispetto del distanziamento sociale.

Fonte: La Stampa →
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