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Giovedì, 25 Aprile 2024
Lotta alla droga / Roma

La mamma coraggio che denuncia una piazza di spaccio e la fa smantellare

Grazie alla segnalazione di una donna i carabinieri hanno stretto il cerchio su una banda che secondo gli investigatori faceva affari a Roma est

Grazie alla denuncia di una mamma i carabinieri hanno stretto il cerchio attorno alla piazza di spaccio di via Camassei, a Tor Bella Monaca, periferia est di Roma, smantellata ieri con un blitz che ha portato a 35 misure cautelari.

La mamma coraggio, mai rintracciata, nel suo esposto indicava anche i punti dello spaccio: via Camassei, tra i numeri 27 e 29 alle scale A e C. Nella sua denuncia la donna aveva chiesto un "intervento urgente per bloccare i flussi di spaccio", considerata la tanta "preoccupazione dopo le diverse intossicazioni di giovani che fanno uso di droga". Informazioni poi confermate da un collaboratore di giustizia, che ha riferito di una costante attività di spaccio svolta da "un cospicuo numero di persone, tra cui pusher e vedette".

Le indagini sono partite nel 2016. Racconti, testimonianze e perquisizioni serrate e piccoli (solo nel numero degli arresti) blitz mirati che, nel corso dell'investigazione, hanno portato anche all'arresto in flagranza di 85 persone tra pusher e vedette, e al sequestro di una raffineria di droga a Fiano Romano.

I carabinieri del Nucleo operativo di Frascati, riferisce RomaToday, per disegnare meglio i confini dello spaccio di via Camassei e della gerarchia della banda hanno installato telecamere esterne nella piazza ed esaminando i filmati hanno potuto osservare il modus operandi dell'organizzazione, tra cui l'utilizzo di auto come nascondiglio per la droga.

Come era organizzata la piazza di spiaccio a Tor Bella Monaca

Fin dagli inizi dell'attività investigativa, gli inquirenti hanno avuto modo di comprendere che l'attività di spaccio che si sviluppava in via Camassei, non era attribuibile ad episodi sporadici di singoli pusher, ma che a quella che, secondo gli inquirenti, era una "organizzazione criminale, con a capo un’'unica famiglia del posto, gerarchicamente strutturata".

Le indagini sono partite dalla base dell'associazione, ovvero dai pusher presenti giornalmente sulla piazza di spaccio, dalla quale si è riusciti a mappare i ruoli e gli incarichi dell'associazione a delinquere, anche "grazie ad una capillare copertura intercettiva, a servizi di osservazione e ad una paziente ricostruzione delle dinamiche interne", spiegano gli investigatori. 

I profitti derivanti dallo spaccio, secondo quanto ricostruito dai militari del Norm di Frascati, si aggiravano su oltre 220 mila euro settimanali, con picchi nel week-end, quando ad acquistare la sostanza stupefacente erano anche giovani che si riversavano poi nei locali notturni della zona nel periodo pre Covid.

Fonte: RomaToday →
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