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Lunedì, 11 Dicembre 2023

Divieto di fumo per i minorenni: opinioni a confronto

Il Giornale ospita due editoriali pro e contro la lotta al fumo tra i minori

Venerdì prossimo al Consiglio dei ministri, il titolare del dicastero della Salute Renato Balduzzi presentarà un decreto Salute che conterrà pesanti norme contro la vendita di tabacco ai minori di 18 anni, con multe fino a mille euro, che diventano duemila in caso di recidiva.
Si tratta, al di là del bisogno di fare cassa, di un giro di vite volto a disincentivare sempre più il fumo tra i giovani.

Su Il Giornale di oggi, due opinioni, quella di Andrea Indini (favorevole) e quella di Francesco Maria Del Vigo (contraria), si confrontano sul tema "fumo, giovani e salute".

Questa, in sintesi, la posizione favorevole:

Fumare fa male, ma rientra nelle libertà di ciscuno di noi poter decidere se bruciarsi i polmoni oppure conservarseli finché non tira le cuoia per qualche altro malanno. Preservare la vita, d'altra parte, è un battaglia che l'uomo, per quanto si applichi ogni giorno, è destinato a perdere, sempre. Tuttavia, permettere ai giovanissimi di poter fumare è un rischio educativo che uno Stato non può predersi.

Diciamolo fuori dai denti, fumare è davvero un vizio piacevole. Tuttavia, fa male ed è giusto che lo Stato vieti ai minorenni di infilarsi in un tunnel da cui è difficile cavarsi fuori. Per questo mi sento di appoggiare la stretta introdotta dal ministro alla Salute Renato Balduzzi nel "decretone" che presenterà venerdì prossimo al Consiglio dei ministri. Al di là della multa, che da una parte disincentiva e dall'altra gonfia il famelico erario pubblico, è giusto porre un freno al vizio del fumo. Soprattutto, se in gioco l'educazione dei più giovani.

Così come lo Stato vieta ai minori di avvicinarsi agli alcolici, deve dire "no" alle sigarette. Raggiunta la maggiore età, gabbie aperte: allora avranno, infatti, raggiunto (si spera) la necessaria maturità per decidere della propria vita, per valutare liberamente se e quanto fumare. Non solo. Sarebbe addirittura opportuno che, oltre a multare i tabaccai, venissero sanzionati anche i minori "pizzicati" ad acquistare un pacchetto di sigarette.

Questa, invece, quella contraria:

L'alito pesante dello stato salutista e illiberale torna a farsi sentire sul nostro collo. Non è solo l'affetto materno di una Patria transgender che si è operata in Matria, ma è soprattutto la pelosa e contabile preoccupazione di uno Stato che vede nel fumatore una voce in uscita nelle spese sanitarie. Io fumo, tu fumi, lui si ammala e tutti noi paghiamo. Ragionamento perfetto, peccato che anche i giocatori amatoriali di calcetto o gli sciatori si rompano i legamenti un giorno sì e l'altro anche, ma nessuno -per fortuna - si è mai sognato di bucargli i palloni o vietargli le racchette. Per non parlare dell'alcol.

Ora tocca ai minorenni, ai quali sarà rigorosamente vietato acquistare sigarette. Ma è solo il primo passo verso altri giri di vite.
Una battaglia di salute che diventa guerra culturale, una crociata oscurantista che si pone l'obiettivo di spegnere tutti i lumi del tabacco.

Il nodo della questione non è il tabacco, ché la storia del proibizionismo insegna che ciò che è vietato continua comunque a circolare, ma un altro elemento aereo e volatile come il fumo: la libertà. Perché dopo le sigarette toccherà alle bibite gassate e ai cibi grassi e in men che non si dica ci troveremo in casa un travet ingrigito che ci infila le code della canottiera nelle mutande e ci stringe la sciarpetta al collo. Non sia mai che ci venga l'influenza.
Ma stiano attenti i legislatori: il fumo s'infila anche sotto alle porte. E la libertà pure.

 

 

Fonte: Il Giornale →
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