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Venerdì, 29 Marzo 2024
L'inferno in Afghanistan / Afghanistan

I talebani braccano le donne che manifestano contro il regime: è caccia aperta

Si infiltrano nei gruppi organizzati. Torturano e arrestano i membri. La nuova strategia del terrore del regime sta mettendo in ginocchio la resistenza

Una vera e propria caccia. È quello che stanno mettendo in atto i talebani in Afghanistan contro chi, quando sono saliti al potere, ha cominciato a protestare. Una caccia all'uomo alla ricerca dei componenti dei gruppi di manifestanti che si erano battuti soprattutto per i diritti delle donne che un loro ritorno alla guida del Paese avrebbe calpestato. Sono maggiormente donne quelle che vengono cercate in vari modi. I talebani provano a infiltrarsi nei gruppi per poi arrestare, torturare ed estorcere notizie “utili” per la cattura di altri manifestanti. Sono queste le testimonianze che arrivano dall'Afghanistan, e danno l'esatta misura del clima di terrore che è stato ristabilito con il ritorno al potere dei fondamentalisti.

In 20 anni, le attiviste per i diritti delle donne erano riuscite a creare un movimento d'opinione che aveva fatto fare passi importanti in avanti alla condizione della donna. Passi calpestati dal ritorno dei talebani che addirittura arrivano a torturare le donne con bastoni elettrici e arrestare e torturare i giornalisti che seguivano le proteste. L'attività di “intelligence” dei talebani ha permesso loro di presentarsi addirittura a riunioni che si tenevano in appartamenti privati. Riunioni di cui era stata data notizia solamente in chat sui social media. In occasione di manifestazioni pubbliche, la polizia ha chiamato sui telefoni privati alcune attiviste per intimidirle pochi minuti prima di scendere in piazza.

A raccogliere le testimonianze delle donne impegnate in questa lotta è stato il The Guardian che ha spiegato i vari metodi utilizzati dal nuovo governo per reprimere il dissenso. In alcuni casi gli agenti di sicurezza si sono finti giornalisti per ottenere informazioni sui gruppi di protesta o per far circolare false informazioni. L'obiettivo è quello di minare i gruppi dall'interno. Provare a smembrarli ed evitare di colpirli in pubblico. Far leva sulla paura delle attiviste piuttosto che reprimerle in strada. Colpirle alla luce del sole getterebbe discredito sul loro governo e avallerebbe la tesi di un arretramento dei diritti nel Paese con il loro ritorno al potere. Per questo stanno provando ad agire nell'ombra mettendo in atto una caccia alla donna chirurgica.

L'ultima misura presa riguarda l'approvazione di ogni manifestazione pubblica. Addirittura anche gli slogan e gli striscioni devono essere approvati. Un chiaro modo per mettere a tacere la rivolta ma soprattutto per identificarne gli organizzatori e terrorizzarli. A questo va aggiunto l'estromissione dai lavori nei media statali dove vengono quotidianamente licenziate, e la messa al bando da altri lavori come quello nella scuola secondaria o nello sport. Il risultato è che le donne in strada a manifestare diminuiscono ogni giorno a vista d'occhio e molte fra loro hanno scelto di vivere in clandestinità o di lasciare il Paese. Un Paese che si trova a dover affrontare il consueto durissimo inverno con l'aggravante di dover fronteggiare una crisi economica senza precedenti.

Fonte: The Guardian →
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