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Sabato, 20 Aprile 2024
Intelligence

Il dossier dei servizi segreti sul vero numero di positivi in Italia

Secondo l'intelligence i contagi sarebbero in realtà molti di più di quanto emerge quotidianamente dai bollettini Covid del ministero e delle regioni, il 40-50 per cento in più. L'allarme dell'intelligence è in prima pagina oggi su Repubblica. Come stanno le cose?

E' un dossier dei servizi a sostenerlo: i nuovi positivi giornalieri in Italia sarebbero in realtà molti di più di quanto emerge quotidianamente dai bollettini del ministero e delle regioni, il 40-50 per cento in più di quelli rilevati ufficialmente: un'enormità. Non solo: il tasso di positività sarebbe falsato perché vengono contati anche i test fatti per accertare la guarigione. A raccontare tutto sono Giuliano Foschini e Fabio Tonacci in un articolo sull'edizione odierna di Repubblica. 

Il dossier segreto sul reale numero di positivi in Italia

Il dossier degli analisti, finito anche sul tavolo del governo, è un invito alla prudenza. Si leggerebbe sostanzialmente questo: i numeri della pandemia in Italia da novembre in avanti potrebbero non rispecchiare affatto la reale diffusione del virus, sottostimandola di parecchio. L'intelligence nei fatti suggerisce  massima prudenza sulle riaperture. Vediamo perché.  Come è possibile che i nuovi positivi giornalieri in Italia sarebbero in realtà il 40-50 per cento in più? Secondo gli analisti "il totale dei contagiati è sottostimato a causa del calo del numero dei tamponi avvenuto a metà novembre 2020". Se così fosse, la curva non starebbe davvero flettendo in maniera consistente. 

I servizi segreti hanno elaborato, spiega il quotidiano romano, "un modello predittivo che, alla prova dei fatti, è risultato essere efficace. Il 25 dicembre scorso, infatti, stimava in 86.500 il numero dei decessi totali che l’Italia avrebbe raggiunto nei successivi trenta giorni: il 26 gennaio la conta delle vittime del Covid ha toccato quota 86.422, con un errore, rispetto alla previsione, dello 0,09 per cento".

"Osservando le terapie intensive nella parte finale dell’anno, si può dedurre che vi è stata una fase di ripresa dell’epidemia verso la metà dicembre. Una ripresa che non è stata rilevata né tracciata dai numeri nazionali a causa dei pochi test effettuati in quel periodo"

"Solo i tamponi di prima diagnosi fotografano la reale situazione epidemiologica"

Sintetizziamo: il fatto che il numero di terapie intensive sia rimasto sostanzialmente stabile, potrebbe essere il segno che il virus ha circolato e circoli più di quanto i numeri dei tamponi raccontino. Tra l’11 e il 17 novembre vennero fatti un milione e mezzo di tamponi, per scendere agli 868 mila della settimana tra il 23 e il 29 dicembre. Il numero è risalito a 1,4 milioni dal 13 gennaio, ma ciò è avvenuto grazie all’inclusione, nel conteggio, dei tamponi antigenici rapidi. Prima si conteggiavano solo quelli molecolari. Si suggerisce poi di non contare i tamponi per confermare l'avvenuta guarigione: "Solo i tamponi di prima diagnosi fotografano la reale situazione epidemiologica, e a partire da metà novembre abbiamo visto un brusco calo di questa tipologia".

Iss: "Possibile che ci sia una sottostima"

Insomma, un invito alla prudenza. Forse non sappiamo quante persone in Italia abbiano contratto il virus. Certo è che, se questo dossier trovasse conferme e riscontri, si aprirebbero molti interrogativi. Ad esempio andrebbe ricalcolato forse al ribasso anche il presunto tasso di letalità del Covid in Italia. I dati ufficiali, gli unici su cui possiamo fare al momento affidamento, dicono che il numero degli ospedalizzati non è mai stato così basso da inizio novembre e la terza ondata tanto temuta è rimasta sulla carta.

“Questo è possibile. Nei sistemi di sorveglianza spesso c’è una quota che può essere sottostimata dei casi che vengono normalmente diagnosticati e notificati” commenta a Radio Anch’io su Rai radio 1 è Paola Stefanelli, direttrice del Reparto Malattie Prevenibili da vaccino - ISS - Istituto Superiore di Sanità. Se ne parlerà ancora, poco ma sicuro.

Fonte: La Repubblica →
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