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Mercoledì, 24 Aprile 2024

"Io, malata di elefantiasi sotto sfratto e senza soldi per curarmi"

Elvira soffre di elefantiasi da dieci anni e qualche mese fa ha dovuto scegliere se pagare le cure o l'affitto di casa. Ora è arrivato l'avviso di sfratto ed è senza lavoro: "Non posso dormire in una macchina o sotto un ponte, aiutatemi"

TORINO - Elvira Molinaro ha cinquanta anni e da dieci soffre di “elefantiasi”, una malattia degenerativa che le ha causato un aumento di volume della zona dove vi è il ristagno linfatico, nel suo caso gli arti inferiori. Le foto non sembrano lasciare alcun dubbio ma le domande restano.  Elvira spiega di aver contratto la patologia a causa della puntura di una zanzara. Una puntura che le sta rovinando la vita. 

I continui viaggi tra ospedali e cliniche private non hanno aiutato la donna a risolvere il suo angosciante problema.  Al contrario le gambe si sono ingrossate sempre di più costringendola a recarsi a Genova per provare a sconfiggere quella malattia che le causa gravi problemi di deambulazione oltre a diabete ed epilessia. 

Ad aiutare la 50enne ci hanno pensato i trattamenti drenanti di uno studio privato ligure. Ma dopo alcuni mesi i soldi sono venuti a mancare. “O mi pagavo i trattamenti o pagavo l’affitto e le spese – racconta la donna -. Ed effettivamente all’inizio dell’anno abbiamo scelto di puntare forte sulle cure, sperando prima o poi di uscirne”.

Le cose, però, sono andate diversamente. Elvira, purtroppo, non ha potuto farsi operare perché soffre di problemi al cuore e tiroide.  “Il medico mi ha detto di no e io, a malincuore, ho dovuto accettare”. La situazione si è aggravata nelle scorse settimane con l’arrivo di un avviso si sfratto dovuto ad alcune mensilità non pagate. “Ora sono senza lavoro. E con un solo stipendio a disposizione è diventato quasi impossibile comprare le medicine e pagare anche l’affitto” racconta sconsolata la donna. La famiglia farà presto domanda per emergenza abitativa sperando di riuscire ad ottenere una casa popolare nel più breve tempo possibile.

“Non posso certo dormire in una macchina o sotto un ponte – conlude la donna -. Al contrario avrei bisogno di trovare una clinica che sia in grado di curare questa malattia". 

Fonte: Torino Today →
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