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Sabato, 20 Aprile 2024

Visco attacca: "L'evasione fiscale in Italia è un fenomeno di massa: vale 10 milioni di voti"

L'evasione fiscale "vale" dieci milioni di voti secondo Vincenzo Visco, che al Fatto Quotidiano "rivela" il vero motivo per cui nessun governo si è mai preso la briga di dare davvero la caccia agli evasori

Un'intervista che farà discutere. Anzi, che sta già facendo discutere se si analizza l'eco che sta avendo su Twitter e Facebook.

L'evasione fiscale è un fenomeno di massa, "vale" dieci milioni di voti secondo Vincenzo Visco, che al Fatto Quotidiano "rivela" il vero motivo per cui nessun governo si è mai preso la briga di dare davvero la caccia agli evasori fiscali.

La vera differenza, il vero divario, lo stacco incolmabile in Italia non è tra poveri e ricchi, ma tra chi paga le tasse e chi le evade. Visco ne è sicuro.

"C'è grande prudenza - dice - Alcuni fanno affidamento su quei voti, altri hanno solo paura di perdere l'appoggio di certe fasce sociali e la democrazia vice di consenso".

In base ai dati Irpef fatti circolare dall'Agenzia delle Entrate la media di quanto dichiarato dagli italiani è di 19.750 euro ma la metà dei contribuenti denuncia meno di 15mila euro.

E' inutile parlare di riduzione delle tasse se prima non inizia una spietata caccia agli evasori, è questo il Visco-pensiero in sintesi:

Per ridurre le tasse ed evitare che a pagarle siano sempre i lavoratori dipendenti, c'è solo una via: redistribuire il carico, ma per farlo bisogna partire dalla lotta all'evasione. Un fenomeno che non ha eguali nel resto d'Europa e in Italia vale un buco nei conti dello Stato da 180 miliardi che nessuno riesce a intaccare".

L'ex ministro ha fiducia che il premier Matteo Renzi possa percorrere questa difficile strada:

"Renzi - spiega Visco - al contrario di alcuni suoi predecessori non liscia il pelo agli evasori, ma il tema non lo ha ancora trattato. Come non l'hanno fatto Letta e Monti prima di lui. Ci siamo accontantati di spot e operazioni ad effetto come ci blitz a Cortina o la caccia agli scontrini non stampati. Era lo spartito che bisognava suonare. Servivano messaggi politici in quel senso, ma nulla di più".

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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