Sardegna, l'ombra della faida: "Noragugume, 300 abitanti e tanti morti"

C'è l'ombra della faida dietro all'omicidio di Giampietro Argiolas a Noragugume, in provincia di Nuoro. E' un piccolo paesino di 300 abitanti nel cuore della Sardegna, insanguinato da una vera e propria mattanza dal 1998 al 2000. Argiolas è stato preso a fucilate mentre era a bordo del suo Iveco sulla Provinciale 33 Ottana-Noragugume. Poi è stato finito con un colpo di grazia al viso.

I due quotidiani dell'isola, Nuova Sardegna e Unione Sarda, oggi cercano di inquadrare l'omicidio all'interno dei fatti di sangue che dal secolo scorso coinvolgono Noragugume. Tra il 1998 e il 2000 si registrarono otto omicidi, uno ogni tre mesi, oltre a due tentati omicidi. Non ci fu famiglia che non venne anche soltanto marginalmente toccata. L'ultimo fatto di sangue risaliva al 2014: venenro freddati Bruno e Umberto Nieddu, padre e figlio di 74 e 26 anni. 

Giampietro Argiolas era uscito "pulito" dal processo per l'omicidio di Antonello Nieddu: assoluzione anche in Appello. Era stato assolto in appello anche nel processo che lo vedeva coinvolto fra i mandanti dell'attentato contro la casa dell'ex sindaco di Ottana, Giampaolo Marras, nel 2010. 

Per la faida di Noragugume si è concluso 10 anni fa un maxi processo "che sembrava uscito dalle cronache degli anni Cinquanta - scrive l'Unione Sarda -  quelle delle quasi secolari disamistades barbaricine".

Settanta udienze, testimonianze cariche di tensione e migliaia di pagine di verbali, e quattro condanne all'ergastolo per tre omicidi.

Tutto iniziò il 12 giugno 1998 con l'omicidio di Giuseppe Cherchi, pastore di 58 anni.