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Giovedì, 28 Marzo 2024

Terremoto, i fondi per la messa in sicurezza ci sono ma nessuno li usa

I soldi per mettere in sicurezza edifici pubblici, antichi palazzi, ospedali, scuole in gran parte restano inutilizzati: l'inchiesta dell'Espresso farà discutere

L'inchiesta del settimanale L'Espresso è destinata a fare discutere a lungo.

I fondi per la sicurezza e per prevenire il rischio sismico in Italia ci sono, ma né le Regioni né lo Stato li usano.

Così si sottovaluta il pericolo, è evidente: il fondo nazionale per la prevenzione del rischio sismico prevede 963 milioni di euro dal 2010 al 2016 per le regioni a maggiore sismicità.

Soldi sufficienti per dare il via a tanti piccoli e grandi interventi. Soldi per mettere in sicurezza edifici pubblici, antichi palazzi, ospedali, scuole.

Ma i fondi rimangono incredibilmente per la maggior parte inutilizzati.

Il fondo, spiega L'Espresso, nasce nel 2009 con la legge 77, voluta dal governo Berlusconi all’indomani del terremoto dell’Aquila, la cui ricostruzione è ancora in corso, e si dota di 963 milioni di euro. Con questi soldi bisognava migliorare e adeguare alle norme sismiche edifici pubblici e privati e farlo al più presto, diceva la legge. Già ai tempi, quel miliardo sembra una cifra insufficiente: ma confrontato con i 300 milioni destinati alle aree devastate dai due terremoti del 2016 e i due miliardi del fondo per gli investimenti infrastrutturali nell’ultima legge di bilancio non sembra poi così misero. 

Peccato che Regioni e Comuni non lo abbiano utilizzato a dovere: dal 2010 al 2016, su 4000 interventi finanziati, ne hanno concluso appena 660.

Fonte: L'Espresso →
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