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Venerdì, 29 Marzo 2024

Tutti i mali di Forza Italia: "Servono soldi, manca un leader e non c'è una linea chiara"

L'abolizione del finanziamento pubblico ai partiti ha creato più di un problema a Forza Italia. Ma questa non è l'unica questione che l'ex Cavaliere è chiamato ad affrontare: i malumori riguardano anche l'assenza di una linea chiara e una leadership condivisa

E' già in programma a fine settembre l'incontro tra Silvio Berlusconi e Stefano Parisi per discutere dello stato di salute di Forza Italia. I "mali" del partito del Cavaliere sono ben noti, anche allo stesso Berlusconi, che però dovrà prendere delle decisioni. Parisi, nella sua relazione già presentata a Berlusconi la scorsa settimana, ha evidenziato tre problemi principali, come riferisce Salvatore Dama su Libero:

La mancanza cronica dei fondi necessari per fare attività politica; l' assenza di una linea chiara e univoca che, il più delle volte, disorienta l' elettore; un' organizzazione da migliorare, anzi da reinventare, in tempi di vacche magre

Mancano i soldi, quindi. Con l'entrata in vigore della legge che ha abolito il finanziamento pubblico ai partiti, molte cose sono cambiate in Forza Italia, che ha chiuso la nuova sede di piazza San Lorenzo in Lucina a Roma, messo in cassa integrazione la quasi totalità del personale, rimane esposta per alcuni milioni nei confronti dei creditori e ha fatto economia su tutto, comprese le attività di comunicazione. Altri tempi rispetto a quando Berlusconi poteva finanziare il partito di tasca propria e muovere "navi da crociera, aerei, treni, pullman, tappezzando le città con i suoi famosi cartelloni sei metri per tre". 

Altro problema, naturalmente, è la questione della leadership, per il quale Berlusconi ha scelto lo stesso Parisi, senza dimenticare la "linea".

Un' organizzazione che deve essere rivista utilizzando il "modello virtuale" e a costo zero dei grillini. E una linea politica che, per suscitare l' entusiasmo di una base militante annoiata e dispersa, deve essere limpida e coerente. In una parola: ci deve essere una persona che eserciti la leadership. E, per questo ruolo, Berlusconi avrebbe identificato Parisi. Se non fosse che questa investitura crea malumori e rabbia tra i dirigenti della vecchia guardia. L' ipotesi che arrivasse uno da fuori a riorganizzare il partito era il loro peggior incubo. E ha preso forma nelle sembianze miti, da nerd, di Stefano Parisi. Che fare? C' è chi non ci sta a farsi mettere sotto processo. Per esempio Giovanni Toti

Fonte: Libero →
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