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Giovedì, 25 Aprile 2024

Furto in casa D'Alessio: per recuperare i suoi Rolex si sono mossi i servizi segreti

Nel giro di un mese i carabinieri hanno ritrovato la refurtiva: per D'Alessio e per i suoi Rolex si sono mossi anche i servizi segreti antiterrorismo

Qualche tempo fa, a giugno per l'esattezza, il cantante neomelodico Gigi D'Alessio ha subito il furto di una collezione di Rolex in una villa dell’Olgiata, quartiere benestante di Roma, dove vive con la compagna Anna Tatangelo.

I due non si trovavano a Roma, i malviventi hanno eluso i sistemi di sicurezza: il bottino fu notevole, superò i 200 mila euro.

Nel giro di un mese i carabinieri hanno ritrovato la refurtiva: per D'Alessio e per i suoi Rolex si sono mossi anche i servizi segreti antiterrorismo, che ovviamente non gradiscono che la notizia venga rivelata in giro. Ma L'Espresso in edicola racconta come sono andate le cose.

La refurtiva è stata rinvenuta dopo un mese, a luglio, ma la notizia non è stata ancora resa pubblica. Alla Compagnia Cassia, titolare delle indagini, dicono: "Stiamo cercando di trovare la parte mancante" del malloppo.

Ma non sarebbe questo secondo L'Espresso il motivo della reticenza delle forze dell'ordine ad affrontare l'argomento. La vera ragione sarebbe che non si vuole dare pubblicità "a una caccia all’uomo che ha visto un dispiegamento di forze senza precedenti: al settimane L'Espresso risulta che all'Operazione D’Alessio "abbiano partecipato anche una mezza dozzina di agenti dell’Aisi, le spie dei servizi segreti specializzate in antiterrorismo".

Scrive il settimanale:

D’Alessio deve vantare insospettabili fan ai piani alti dell’Aisi, l’Agenzia informazioni e sicurezza interna guidata da un anno e mezzo dal napoletano Arturo Esposito: pezzo grosso dei servizi, probabilmente innamorato del sound neomelodico, deve aver deciso che il ritrovamento dei Rolex fosse una priorità nazionale. «Qualche giorno dopo il colpo», racconta a “l’Espresso” un agente che ha partecipato alle ricerche e che chiede l’anonimato, «siamo stati contattati al Centro Roma Uno, che rappresenta il reparto d’eccellenza che si occupa di antiterrorismo. Ci hanno dato l’ordine di attivarci subito, per capire che fine avevano fatto gli orologi».

Gli agenti dei servizi obbediscono, ma sono perplessi, sorpresi.  

Per una decina di giorni sospendono le analisi sui gruppi eversivi per setacciare campi rom, pedinare sospetti e spremere ogni fonte che potesse dare qualche dritta. Alla fine l’attività sul campo dei James Bond dà i suoi frutti, e la refurtiva spunta fuori.

Fonte: L'Espresso →
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