rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024

Il giornale di partito va online: nessuno lo aggiorna ma i soldi pubblici arrivano lo stesso

L'Espresso, con un articolo a firma di Silvia Cerami, ci svela il nuovo fenomeno del giornale di partito, ma più spesso di "persona" nell'era di Internet. Dove la "Casta" si ricicla per garantirsi i soldi pubblici

Chi è interessato alle notizie dell'ultim'ora, aggiornate però a una settimana fa, può andare in Rete e visitare il sito "Il Socialista Lab". Se volete invece appassionarvi a inchieste lunghe ben dieci righe, nulla di meglio del quotidiano on line dell'ex sottosegretario pidiellino Giampiero Catone, "la Discussione".
Testate ignote o semisconosciute, articoli che nessuno commenta e chissà se qualcuno legge. Il giornale virtuale, quello solo online, è infatti l'ultimo approdo della stampa di partito, la via per continuare a ricevere il fiume di denaro pubblico che il Dipartimento per l'informazione e l'editoria della presidenza del Consiglio eroga a fondo perduto.

L'Espresso, con un articolo a firma di Silvia Cerami, ci svela il nuovo fenomeno del giornale di partito, ma più spesso di "persona" nell'era di Internet. Dove la "Casta" si ricicla per garantirsi i soldi pubblici.

Quotidiani con obiettivi ardui, come quello di raggiungere «una sintesi efficace tra i principi del cristianesimo democratico e del liberalismo», del deputato Udc, ex Forza Italia, Ferdinando Adornato. "Cronache di Liberal" sbarca online la scorsa estate, ma nonostante gli aiuti, la crisi incombe. Il 23 marzo campeggia sull'homepage il commiato dell'editore: «Non ce l'abbiamo fatta. La crisi dell'editoria e il calo dei contributi rendono impossibile la tenuta di un'impresa come la nostra». Oltre due milioni di euro di finanziamenti all'anno, scesi a un milione e 650 mila nel 2011, non sono sufficienti.

Al digitale è approdata anche "Democrazia Cristiana" di Gianfranco Rotondi, edita dalla editrice Balena Bianca. Sede ad Avellino, città natale dell'ex ministro, incassa ogni anno un assegno da quasi 200 mila euro. Sul sito, in primo piano, campeggia il titolo "Papa Francesco e il trionfo della storia millenaria della Chiesa Cattolica". Di spalla: "19 anni fa prima vittoria di Berlusconi, altro che fenomeno passeggero". Insomma, da marzo, le notizie non si aggiornano più e, dopo la nostra richiesta di chiarimenti, hanno preferito apporre sull'homepage un lucchetto: "Chiusi, ci dispiace". A quanto pare gli indennizzi per l'avvio dell'impresa non bastano o forse conta una modifica dello scorso marzo: saranno pagati solo i costi sostenuti e documentati.

Diversa, naturalmente è la storia di "Liberazione", giornale del Partito della Rifondazione Comunista, 68 milioni di contributi dal 2003 al 2011 e meno di due mila copie effettive: così è arrivato a chiudere e mettere in cassa integrazione una ventina di dipendenti che hanno persino occupato per mesi la redazione. Da gennaio il ritorno solo sul Web, con notizie in tempo reale, ma a pagamento: 50 centesimi ad articolo, anche le notizie sui congressi e persino lo streaming della direzione del partito, trasmesso gratuitamente da Radio Radicale. A Rifondazione speravano nei rimborsi al partito in caso di ritorno in Parlamento, ma il treno di Rivoluzione Civile non ha funzionato e a "Liberazione" sono fermi lì.

Fonte: L'Espresso →
Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il giornale di partito va online: nessuno lo aggiorna ma i soldi pubblici arrivano lo stesso

Today è in caricamento