"Giulio Regeni ucciso per vendetta personale"
L'ipotesi del presidente egiziano Al Sisi: "Chi ha ucciso il giovane ricercatore puntava a colpire le nostre relazioni con l'Italia"
IL CAIRO (EGITTO) - Gli inquirenti egiziani non hanno ancora accertato i responsabili del sequestro e della morte del ricercatore italiano Giulio Regeni, ma "le informazioni raccolte non escludono alcuna pista, compresa quella criminale o di vendetta personale". E' quanto si legge in un comunicato diffuso oggi dal ministero dell'Interno egiziano, in cui si sottolinea che l'impegno a collaborare con gli inquirenti italiani presenti al Cairo.
Regeni scomparve al Cairo il 25 gennaio e il suo corpo senza vita venne ritrovato il 3 febbraio scorso. Il presidente egiziano, Abdel Fattah Al Sisi, ha detto a sua volta che "chi ha ucciso il giovane italiano" puntava a colpire le relazioni tra l'Egitto e l'Italia. Il rais egiziano ha fatto questa dichiarazione durante un discorso pronunciato oggi in una conferenza intitolata "Visione dell'Egitto 2030".
Sulla vicenda si è espresso oggi anche il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, il quale, durante un question time alla Camera, ha dichiarato: "L'Italia chiede a un Paese alleato verità e punizione dei colpevoli. Voglio essere chiaro: non non ci accontenteremo di verità di comodo, di piste improbabili come quelle evocate stamattina al Cairo", ha aggiunto. Gentiloni ha quindi insistito sul fatto che "la cooperazione con il team investigativo italiano può e deve essere più efficace": i nostri investigatori "non possono solo essere informati, ma devono avere accesso a documenti sonori e filmati, ai reperti medici, agli atti del processo".