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Giovedì, 18 Aprile 2024

L'Aquila, in carcere il preside del convitto crollato: "Dategli la grazia, è una brava persona"

Livio Bearzi, l’ex rettore del Convitto Cotugno dell’Aquila, nel cui crollo morirono tre studenti, è stato condannato a quattro anni di carcere. In molti si mobilitano per chiedere la grazia, ma la madre di una delle vittime non ci sta: "In tanti anni nemmeno una telefonata"

E' stato condannato a quattro anni di carcere, che ha già iniziato a scontare, Livio Bearzi, l’ex rettore del Convitto Cotugno dell’Aquila, nel cui crollo – nel terremoto del sei aprile del 2009 – morirono tre studenti (tutti minorenni) e altri due rimasero feriti. Ora in molti si stanno mobilitando per chiedere la grazia per Bearzi, il quale è stato condannato per omicidio colposo e lesioni personali per una “totale inerzia, a fronte di una situazione di evidente rischio per le condizioni in cui versava la palazzina, in presenza dello stillicidio di scosse”. L'ex rettore ha “omesso di valutare l’enorme pericolo incombente sul vetusto palazzo” ed è statoritenuto colpevole anche per “il sol fatto di avere consentito la prosecuzione dell’attività”.

L’Associazione nazionale dei presidi, con un appello diretto al premier Renzi e ai ministri dell’Istruzione e della Giustizia, e la giunta provinciale di Udine, guidata da Pietro Fontanini, ha preparato la richiesta di grazia da presentare al presidente Mattarella: “È una brava persona e un professionista stimato non ha mai fatto pesare la sua vicenda personale. Tutti hanno potuto apprezzarne il coraggio e la forza d’animo, anche nei momenti più difficili".

"Non appartiene alla nostra cultura - dicono -  la critica alle sentenze della magistratura, anche quando, come in questo caso, ci lasciano interdetti. Quello che vi chiediamo è di contribuire a un’iniziativa per ridurre il danno e restituire almeno l’uomo alla sua famiglia: una richiesta di grazia al presidente della Repubblica. In favore di un uomo che alla scuola ha dato tutta la sua vita e i cui meriti non possono essere cancellati da un singolo episodio, un frammento di una tragedia immensamente più grande di lui".

6 aprile 2009: il crollo de L'Aquila

Si è mossa anche la Presidente della Regione Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, che ha inviato al presidente della Repubblica una “richiesta di attenzione alla delicata situazione del dirigente Bearzi”. Ha firmato una domanda di grazia anche il presidente della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso. Di ben altro tenore invece le parole di Lucia Catarinacci, mamma di Luigi, che morì in quel crollo a soli 15 anni. In un’intervista al quotidiano Il Centro, spiega: "Bearzi poteva evitare ciò che è accaduto a mio figlio e questo non glielo perdono. Ho letto che in molti hanno detto che è una persona amabile, una brava persona. Non lo metto in dubbio. Ma in questi anni Bearzi non l’ho mai visto, mai sentito, neanche una telefonata".

Fonte: Il Fatto Quotidiano →
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